giovedì 23 febbraio 2017
Il vicepresidente della Commissione Ue: il debito è una grave ipoteca sul futuro italiano, le riforme sono indispensabili
Valdis Dombrovskis, vicepresidente Commissione e responsabile per l'euro (Ansa)

Valdis Dombrovskis, vicepresidente Commissione e responsabile per l'euro (Ansa)

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Il debito è una grave ipoteca sul futuro italiano, le riforme sono indispensabili, ma l’Ue non chiede austerity. Al contrario, la sua strategia sta portando la crescita in tutta l’Europa. E ora si tratterà di affrontare le gravi diseguaglianze economiche tra i cittadini se si vorrà rispondere ai populismi. Nel giorno della presentazione del rapporto sul debito per l’Italia e sugli squilibri macroeconomici (forti nel Belpaese), il vicepresidente della Commissione Europea, il lettone Valdis Dombrovskis, responsabile per l’euro e i servizi finanziari, commenta in questa intervista esclusiva ad Avvenirela situazione italiana ed europea.

Vicepresidente, ovunque dilagano i populismi. La preoccupa?

Un elemento importante è la questione dell’ineguaglianza, che è una delle ragioni della diffusione del populismo. Per questo la Commissione ha deciso di dare quest’anno più enfasi sull’inclusività, far sì che tutti possano godere della ripresa. Sul fronte dell’ineguaglianza, posso dirle già che l’Italia è messa meglio di molti altri Stati membri.

C’è chi dice che l’Europa soffre dell’austerity che l’Ue avrebbe imposto al Continente…

Le ricordo che la Commissione ha fatto da poco una proposta sulle politiche di bilancio dell’Ue chiedendo agli Stati con margini di bilancio di aumentare gli investimenti. Del resto, la ripresa che stiamo vedendo in tutta Europa dimostra che sta funzionando la nostra strategia, che non è certo l’austerity, ma è fondata su tre priorità: investimenti, riforme strutturali e politiche responsabili sul fronte dei conti pubblici.

Che effetto le fa vedere le città italiane bloccate da tassisti e ambulanti?

Guardi, sappiamo benissimo che le riforme strutturali non sono facili dal punto di vista politico. Tuttavia esse sono necessarie se vogliamo rafforzare la ripresa. E vediamo che i Paesi che hanno fatto ambiziose riforme strutturali come l’Irlanda o la Spagna, o prima di loro gli Stati baltici, ora vedono una forte crescita.

I rapporti che avete presentato oggi (ieri ndr) non sono troppo incoraggianti per l’Italia…

Nelle nostre valutazioni in Italia prosegue la ripresa economica, ma purtroppo è bassa, molto al di sotto della media dell’Ue. Ed è caratterizzata da scarsa crescita della produttività, uno degli aspetti che ci preoccupa di più. Ecco perché l’Italia deve proseguire le riforme, in modo dar migliorare gli squilibri macroeconomici e rafforzare il potenziale di crescita. In generale l’Italia ha fatto alcuni progressi, ma è vero che abbiamo visto un certo rallenta- mento dello slancio di riforme nella seconda metà del 2016. Sul lato del bilancio il nostro obiettivo principale è rimettere il percorso del debito dell’Italia verso una chiara riduzione. Per questo sottolineiamo il bisogno di fare ulteriori sforzi aggiuntivi per lo 0,2% del Pil.

Che cosa volete vedere?

Il bilancio italiano deve avvicinarsi verso l’obiettivo di medio termine (pareggio di bilancio in termini strutturali ndr) che assicurerebbe la riduzione del debito pubblico. Che, lo ricordo, è il secondo più alto di tutta l’Ue dopo la Grecia, e dunque va affrontato. Il debito è uno dei fattori di rischio maggiori per l’economia e pesa sulla crescita. E attenti, al momento abbiamo una politica monetaria molto accomodante, con interessi molto bassi, ma non durerà per sempre. Un debito pubblico su un chiaro percorso in discesa assicura fiducia sui mercati e permette all’Italia di finanziarsi a migliori condizioni, aiuta ad attrarre investimenti. Sul fronte delle riforme, si tratta di affrontare anzitutto la bassa crescita della produttività, di rafforzare la competitività, semplificare l’amministrazione, rimuovere le barriere agli investimenti, e servirà intensificare il lavoro sul problema dei crediti deteriorati nel campo del settore bancario. È molto importante che l’Italia mantenga gli impegni, altrimenti saremo costretti ad aprire una procedura per deficit eccessivo relativa al debito.

E poi c’è il 2016, anche lì vedete problemi. E oggi (ieri ndr) lei ha anche ventilato un’altra procedura, questa per gli squilibri macroeconomici.

Per il 2016 vedremo in seguito, molto dipenderà dalle previsioni di primavera, ma anche dal fatto che il governo abbia realizzato la correzione dello 0,2% nel 2017. Per gli squilibri esamineremo il Piano nazionale di riforme.

Da noi c’è chi dice che la Commissione è troppo severa con l’Italia.

Guardi, di tutti gli stati membri l’Italia è quella che ha più giovato delle nuove possibilità di flessibilità indicate da questa Commissione. Anche adesso nelle nostre valutazioni abbiamo escluso in blocco le spese per la crisi migratoria e per i terremoti.

Lei viene dipinto come un 'falco' contro la 'colomba' Moscovici (il commissario agli affari economici, ndr)…

Lavoro a stretto contatto con il commissario Moscovici e prendiamo insieme tutte le decisioni.

Dunque sostiene in pieno la politica di maggiore flessibilità?

Sì, ma come abbiamo scritto nella comunicazione, il Patto di stabilità deve essere rispettato.

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