venerdì 18 gennaio 2019
È uno dei pochi mestieri in crescita (+3.554 in cinque anni): sono arrivati a quota 16.662. Opportunità per i giovani
Ma quant'è bello fare il giardiniere
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Il giardiniere è uno dei pochi mestieri in crescita. La conferma arriva da Unioncamere e Infocamere, che hanno scattato una fotografia sull’evoluzione dell'artigianato in Italia negli ultimi cinque anni. Il settore conta oltre 1,3 milioni di imprese, ma ne ha perse quasi 100mila tra il 2013 e il 2018. Anche se alcuni “lavori” crescono, raggiungendo numeri consistenti. È il caso proprio dei giardinieri (+3.554 in cinque anni): sono arrivati a quota 16.662. In termini percentuali, ad aumentare di più tra settembre 2013 e settembre 2018 sono i servizi di pulizia (45%), seguiti dalle imprese artigiane di giardinieri (+27%).

«Resta difficile quantificare il numero dei giardinieri - spiega Giacomo Brusa, appena riconfermato nel direttivo dell'Aicg (Associazione italiana centri giardinaggio) -. È una professione che in Italia esiste da tanti anni, anche se è stata spesso considerata un'attività secondaria. Ma sono numerosi i lavoratori che rendono bello il paesaggio: i vivaisti, i fioristi, gli architetti. Siamo comunque presi come esempio in tutto il mondo».

Il florovivaismo italiano vale oltre 2,5 miliardi di euro, di cui circa 1,15 per la sola produzione di fiori e piante da vaso. Sono ben 27mila le aziende impegnate nel settore, per un totale di 100mila addetti e quasi 29mila ettari di superficie agricola complessivamente occupata. Per quanto riguarda le giovani piante ornamentali, sono interessate ben 2mila aziende per una superficie complessiva di oltre 1.500 ettari. Tra le regioni più vocate per i fiori recisi e le fronde ci sono la Liguria, la Toscana, il Lazio, la Campania, la Puglia e la Sicilia. Per le piante in vaso e da vivaio, invece, la produzione è distribuita su molte regioni. Tuttavia vanno menzionate la Liguria per le piante aromatiche e alcune piante fiorite tipiche da esterno; il Piemonte per le piante acidofile; la Lombardia, oltre che per le acidofile anche per le latifoglie e le conifere; la Toscana per la vasta gamma di alberi e arbusti tra cui le conifere, gli alberi a foglia caduca e sempreverdi, gli alberi da frutta ornamentali; il Lazio per le piante mediterranee; la Sicilia per le piante mediterranee tra cui spiccano gli agrumi ornamentali, le piante grasse e le palme.

Le esportazioni rappresentano un quarto del valore complessivo annuo della produzione florovivaistica in Italia. Tra i principali mercati di destinazione delle piante in vaso si annoverano la Germania, la Francia, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e il Belgio, mentre come mete di alberi e arbusti, oltre ai Paesi già citati, vanno aggiunti la Spagna, la Turchia e la Svizzera. Tra i Paesi che importano fogliame nostrano spiccano invece Paesi Bassi, Germania e Francia, mentre per i fiori recisi il primo sbocco di mercato è quello dei Paesi Bassi.

«I giardinieri sono sempre più richiesti - conferma Brusa -. È un momento felice per il "mondo verde". Soprattutto per il Nord. Anche al Sud ci sono delle eccellenze. Non per niente il 7° convegno nazionale dell'Aicg si è svolto a Savelletri di Fasano, in Puglia. Molti giovani possono sfruttare le opportunità lavorative. Sono nati anche tanti corsi e scuole specializzate, come la Fondazione Minoprio a Como. Mentre alcune facoltà di Agraria hanno attivato dei percorsi formativi davvero utili per chi vuole avvicinarsi a questo mestiere».

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