martedì 10 gennaio 2023
Il sito siciliano è stato ceduto a Goi Energy: garantita la continuità operativa. Soddisfazione dal presidente della Regione siciliana, Renato Schifani
La raffineria di Priolo

La raffineria di Priolo - Reuters

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La raffineria di Priolo è salva e verrà garantita la salvaguardia di tutti i posti di lavoro. Il sito siciliano Isab controllato da Lukoil, viene acquisito da Goi Energy, il ramo del settore energetico di Argus, fondo di private equity e asset management di Cipro. L'intesa - siglata con Litasco, controllata al 100% da Lukoil - dovrebbe perfezionarsi entro la fine di marzo previa autorizzazione di tutte le autorità competenti, incluso il governo italiano. In base ai termini della transazione, Goi Energy ha siglato accordi esclusivi di fornitura e di offtake a lungo termine con Trafigura, uno dei maggiori operatori indipendenti di petrolio e prodotti petroliferi al mondo. Verranno quindi garantiti continuità operativa della raffineria e posti di lavoro, una fornitura sicura di petrolio e un'offerta garantita di prodotti raffinati, oltre il sostegno al fabbisogno di capitale della raffineria.

Si chiude così la complessa vicenda dell'impianto Isab di Priolo che copre il 20% del fabbisogno annuale dell'Italia e che rischiava lo stop dopo l'embargo sul petrolio russo facendo saltare diecimila posti di lavoro, tra dipendenti diretti e indotto. La cessione assume rilevanza anche alla luce dei recenti aumenti dei prezzi dei carburanti. Il caso Priolo aveva spinto il governo Meloni a mettere in campo il golden power e a varare il decreto Lukoil "a tutela dell'interesse nazionale nel settore degli idrocarburi", per mettere in sicurezza la raffineria prevedendo l'amministrazione temporanea di una società energetica in difficoltà a causa delle sanzioni internazionali. Per scongiurare lo stop del sito siciliano si era parlato di un possibile coinvolgimento di Eni, mentre circolavano varie ipotesi sull'interesse di potenziali acquirenti, come il gruppo di private equity statunitense Crossbridge Energy Partners, e voci su una cordata rivale che avrebbe fatto riferimento a un uomo d'affari del Qatar, Ghanim Bin Saad Al Saad, insieme ad alcuni investitori italiani.

"L'acquisto di Isab da parte di Goi Energy dovrà seguire le usuali procedure inerenti alle normative antitrust e golden power - fanno sapere fonti del ministero delle Imprese e Made in Italy guidato da Adolfo Urso - e quindi rispondere appieno ai requisiti in termini di produzione, occupazione e rispetto ambientale" a fronte anche degli "impegni richiesti sul piano della riconversione green del sito produttivo e del suo rilancio industriale". L'amministratore delegato di Goi Energy, Michael Bobrov, è anche amministratore delegato e azionista di maggioranza di Green Oil Energy, che a sua volta è l'azionista di maggioranza di Bazan Group, uno dei più grandi e complessi gruppi energetici in Israele, che gestisce il più grande impianto integrato di raffinazione e petrolchimico del Paese. "Crediamo fermamente che Isab abbia un potenziale di sviluppo importante e abbiamo un solido piano aziendale per riuscire a valorizzarlo - assicura Bobrov -. In stretta collaborazione con il Governo italiano, siamo ottimisti sul fatto che l'operazione sarà completata con successo"

Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha commentato positivamente la soluzione della vicenda. "Continueremo ad occuparci dell'area industriale di Priolo – ha sottolineato Schifani - con particolare riferimento alla vicenda relativa al depuratore, oggetto di sequestro giudiziario, e per la quale l'interlocuzione tra il mio governo e i ministri Urso e Pichetto Fratin ha dato luogo all'approvazione di un decreto legge che ha scongiurato la paralisi dell'attività dell'impianto con conseguenze irreversibili e gravissime per tutta l'area industriale. Attendiamo dai due ministeri l'imminente adozione di un provvedimento che detterà in maniera più analitica le regole attuative della misura d'urgenza”.

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