mercoledì 20 maggio 2009
Su come agevolare un più stretto rapporto fra dipendenti e aziende, attraverso la distribuzione degli utili e l’acquisto di azioni, si registra oggi la convergenza di governo, maggioranza e opposizione. Il tema al centro del congresso Cisl Il relatore Pietro Ichino ha messo a punto un testo unico fondendo le proposte di Castro (Pdl) e Treu (Pd) sul quale oggi il ministro Sacconi si esprimerà positivamente La norma prevede la possibilità di stringere accordi aziendali di partecipazione. Previsti sconti fiscali per i soldi degli occupati investiti in quote del capitale
COMMENTA E CONDIVIDI
Sulla partecipazione dei lavora­tori alle imprese potremmo es­sere alla svolta. Storica addirit­tura, se si pensa che su come agevo­lare la collaborazione dei dipenden­ti alla gestione delle imprese si di­scute fin dal Dopoguerra, quando un richiamo ideale fu inserito nella Co­stituzione all’articolo 46. E da allora, come un fiume carsico, la questione ha attraversato la turbolenta stagio­ne degli anni ’70, le ristrutturazioni industriali degli ’80 e ha fatto capo­lino durante le privatizzazioni dei ’90. Poi si è un po’ inabissata, per rie­mergere prepotentemente ora che la crisi economica mondiale ha posto, prima fra altre esigenze, quella di ren­dere l’economia più democratica. Un vasto consenso E oggi, quasi fosse una congiunzio­ne astrale favorevole, di quelle che capitano qualche volta in un secolo, i sindacati trovano nella partecipa­zione uno dei pochi argomenti sui quali non si fanno la guerra, mentre gli imprenditori si dicono prudente­mente disponibili. Governo e oppo­sizione invece parlano la stessa lin­gua. E hanno già compiuto un passo concreto: maggioranza e minoran­za, che avevano presentato due pro­poste di legge sul tema, sono riusci­te a unificarle in un testo unico, che proprio da oggi verrà posto in di­scussione in commissione lavoro al Senato. Così, dopo che nelle stanze di Palazzo Madama il senatore del Pd Pietro Ichino avrà illustrato la pro­posta unificata – frutto della fusione dei progetti di Maurizio Castro (Pdl) e Tiziano Treu (Pd) – prenderà la pa­rola il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che darà il pieno appoggio dell’esecutivo al testo di legge, invi­tando anzi a spingere l’acceleratore, in particolare sulla parte che preve­de la partecipazione dei dipendenti agli utili di impresa. Passerà solo qualche ora, e sempre oggi sarà il lea­der della Cisl a prendere posizione a favore dell’approvazione di una leg­ge sulla partecipazione e l’azionaria­to dei dipendenti. Questione inscrit­ta nel Dna stesso della Cisl, che Raf­faele Bonanni nella relazione d’a­pertura al congresso declinerà in ma­niera concreta anche in riferimento al caso Fiat. Cosa prevede il disegno di legge Il progetto unificato è una legge di indirizzo, non cala dall’alto alcun modello predeterminato, ma pre­senta all’articolo 1 un grande menù, offrendo a imprese e sindacati la pos­sibilità di stringere accordi per met­tere in pratica almeno 9 tipologie dif­ferenti di partecipazione: dai sem­plici obblighi di consultazione a ca­rico delle aziende, all’istituzione di organismi congiunti, dalla parteci­pazione dei lavoratori agli utili, via via crescendo di intensità e impegno fino ad arrivare alla partecipazione azionaria dei dipendenti e al diritto a sedere con propri rappresentanti nei Consigli di sorveglianza. «Spet­terà alle parti sociali scegliere il mo­dello più adatto a quella specifica im­presa e all’intensità dell’impegno che si vuole mettere in campo – spiega il relatore Pietro Ichino, che ha lavora­to di cesello per arrivare a un testo che fosse ampiamente condivisibile e al tempo stesso 'leggero' –. Si valorizza così la strada della contratta­zione, ponendo in competizione di­versi sistemi, in un quadro normati­vo chiaro». Per la prima volta, infat­ti, spiega ancora il senatore Ichino, «si risolve anche l’annoso problema della rappresentanza per la validità erga omnes dei contratti aziendali, strumento base della partecipazio­ne. Nella bozza di legge vengono in­fatti fissati i requisiti di chi è titolato a firmarli: uno o più sindacati con la maggioranza dei voti dei lavoratori o anche un’organizzazione minorita­ria, se riesce a conquistare la mag­gioranza dei consensi in un referen­dum fra i dipendenti». Il disegno di legge fissa poi l’obbligo per le aziende con oltre 300 dipen­denti che già hanno adottato il siste­ma duale (consiglio di gestione e consiglio di sorveglianza) a prevede­re la partecipazione di rappresen­tanti dei lavoratori, con una riparti­zione dei posti lasciata anche in que­sto caso alla contrattazione. Sono però gli articoli 4 e 5 quelli nei quali si delineano gli scenari più innovati­vi. Anzitutto sulla partecipazione a­zionaria: «I contratti collettivi o indi­viduali possono disporre l’accesso privilegiato dei dipendenti al pos­sesso di azioni o quote di capitale, di­rettamente o mediante la costituzio­ne di apposite società di investi­mento o fondazioni o associazio­ni... ». Anche una parte della retribu­zione potrà essere pagata in quote a­zionarie dopo il raggiungimento di determinati risultati. Qui, a sostene­re gli accordi entra in gioco anche la leva fiscale. Alle azioni assegnate ai dipendenti infatti spetta l’esenzione fiscale fino a 2.600 euro con un pe­riodo minimo di possesso di 4 anni. Inoltre, «gli importi versati dai di­pendenti aderenti al piano di parte­cipazione azionaria sino a 5.200 eu­ro godranno di una detrazione d’im­posta al 19%». Favorite tutte le forme di partecipazione agli utili attraver­so voci retributive legate al raggiun­gimento di determinati obiettivi, al margine operativo lordo o a partico­lari forme di organizzazione del la­voro. Su queste voci non saranno in­fine dovuti i contributi previdenzia­li. Il senso di una scelta Gli sconti fiscali appaiono piuttosto limitati ma secondo il senatore Pd Ti­ziano Treu «su questo volevamo evi­tare che qualcuno 'uccidesse' la creatura in culla per motivi econo­mici. L’importante è partire, poi si ve­drà come rinforzarli. Ciò che conta è l’idea di corresponsabilità tra lavora­tori e imprese che rappresenta una svolta culturale». Sintonia piena con le parole del collega del Pdl Maurizio Castro: «Qui si sposano il socialismo storico di sinistra, il solidarismo pa­triottico della destra e l’impronta per­sonalistica cattolica. Rispettando il principio di pluralità, mettiamo a di­sposizione di tutte le imprese, gran­di e piccole, uno strumento per cre­scere assieme ai propri dipendenti, remunerandoli anche meglio».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: