mercoledì 30 novembre 2022
Sono oltre 2.050 realtà le imprese associate con Alis, un fatturato aggregato di oltre 62 miliardi di euro, più di 350mila collegamenti intermodali marittimi e ferroviari, 222mila lavoratori
Il futuro della logistica passa dai porti

Il futuro della logistica passa dai porti - Ansa

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La logistica e il trasporto guardano al futuro. Anche se il rilancio del settore passa dalle riforme e dal cambiamento legato alla sostenibilità. Una mano tesa arriva dalle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La conferma della necessaria trasformazione del comparto giunge anche dall'assemblea di Alis-Associazione logistica dell'intermodalità sostenibile e stati generali del trasporto e della logistica, che continua a crescere e ad aggregare eccellenze imprenditoriali: oltre 2.050 realtà e imprese associate, un fatturato aggregato di oltre 62 miliardi di euro, più di 350mila collegamenti intermodali marittimi e ferroviari, 222mila lavoratori. «L’attuale crisi geopolitica e la conseguente crisi energetica - spiega Guido Grimaldi, presidente di Alis - stanno provocando una grande instabilità e incertezza economica. In tale contesto il ruolo del settore si conferma ancora una volta di vitale importanza per garantire la regolarità dei cicli produttivi e distributivi e per fronteggiare “l’effetto domino” dovuto al rialzo dei prezzi delle materie prime, dei prodotti energetici, dei carburanti e dei beni di prima necessità e di largo consumo. Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto per il prossimo anno un rallentamento dell’economia italiana ed europea. In particolare, nell’ultima Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, la previsione di crescita del nostro Pil per il 2023 si ferma al solo 0,3%. A questo si aggiunge inoltre l’aumento dell’inflazione che ha superato oggi il 10,7% nell’area euro e ha portato la Banca Centrale Europea a rialzare i tassi di interesse per la prima volta dopo 11 anni». Uno scenario complicato che non scoraggia gli imprenditori. Anzi. Si punta sempre più alla formazione e all'inserimento dei giovani. Con Alis Academy, infatti, si investe nel capitale umano, grazie alla collaborazione con scuole superiori, Its, Università e Centri di ricerca. Nonostante tutto, oggi mancano all’appello circa 30mila autisti in Italia e addirittura 500mila in Europa. Ma ancora una volta è proprio l’intermodalità a essere la soluzione per la mancanza di figure professionali. «Da una recente analisi del Centro Studi Alis, svolta in collaborazione con Srm di Intesa Sanpaolo - continua Grimaldi - è emerso che proprio grazie all’intermodalità marittima e ferroviaria nel 2022 abbiamo sottratto ben 5,5 milioni di camion dalle strade italiane e dall’Italia verso l’Europa, pari a oltre 132 milioni di tonnellate di merci, generando un abbattimento di oltre cinque milioni di tonnellate di emissioni di CO2, soprattutto in Italia e per le linee dall’Italia verso l’Europa. A tutto ciò si aggiunge un ulteriore dato economico importante, legato all’efficienza generata dalla conversione modale che ha determinato un risparmio economico complessivo in Italia di 6,8 miliardi di euro, di cui oltre cinque miliardi di euro sotto forma di risparmio all’anno sui beni al consumo per i cittadini e le famiglie italiane. Inoltre lEnea ha valutato che nel solo 2019 – rispetto al 2017 – il Marebonus ha prodotto un risparmio di energia finale e primaria pari a circa 191mila tonnellate equivalenti di petrolio a fronte dei 45 milioni di euro stanziati. Mentre il risparmio energetico atteso dal Pnrr per il Superbonus edilizio 110% è praticamente identico a quello conseguito con il Marebonus». Tutto, però, dipende dal corretto e tempestivo utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Pnrr. Per Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, «il Paese riparte con il coraggio di un'azione di governo che non è limitata all'oggi, ma che ha un orizzonte temporale di cinque anni. Si esce dalle sabbie mobili con un'azione profondamente riformatrice che vede nell'attuazione del Pnrr e di tutte le riforme a esso collegate. Allo stesso tempo ci vuole il coraggio di rivedere alcune delle riforme che già esistono e che si sono rivelate deleterie e mi riferisco alle politiche attive del lavoro e a certe misure di welfare che hanno fallito la loro missione». «Il tema del Pnrr riguarda anche il settore del trasporto e ella logistica, dato che si tratta di investimenti di grandi rilievo sul quale è necessario avere degli elementi di chiarezza. La prima parte del programma ha visto avanzare aspetti importanti, come gli aspetti normativi, ora bisogna mettere i progetti a terra. Siamo al lavoro per questo, abbiamo fatto una serie di incontri con Regioni e Comuni e ministeri interessati, e stiamo lavorando sull'avanzamento della spesa e gli obiettivi da raggiungere entro il 31 dicembre di quest'anno», sottolinea il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto. Il problema della logistica in Italia «è semmai il supporto pubblico, il fatto che una parte privata industriale e molto innovativa si trova a dover interlocuire con problemi legati alla scarsa attenzione storica applicata a questi temi», dice il ministro della Difesa Guido Crosetto. «Penso - aggiunge - a Civitavecchia, che ha uno dei migliori porti del mondo, ma per uscirvi devi passare sotto un arco che crea una strozzatura per i camion e questo blocca la catena a monte e a valle». Serve quindi «una rispondenza totale alle esigenze della logistica da parte della Pubblica Amministrazione, invece il problema che abbiamo in Italia è che il pubblico ti rende difficile svolgere ogni lavoro con vincoli assurdi anche per il pubblico stesso. Hai adempimenti con costo superiore a ogni criterio». Per Crosetto, logistica e trasporto sono «le colonne con cui si muove l'economia» e in un Paese proiettato al centro del Mediterraneo «devono essere ancora più essenziali. Oggi la logistica è diventata ancora più complessa, ma l'Italia è all'avanguardia».

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