venerdì 1 aprile 2016
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Un’azienda condotta con lo stile di una comunità monastica. È l’immagine che ama offrire del Gruppo Loccioni il suo leader, Enrico, che ha trasformato in pochi decenni una piccola realtà imprenditoriale di provincia in una multinazionale del controllo qualità. Progetti e macchinari, prima di essere immessi sul mercato internazionale, passano dallo stabilimento di Angeli di Rosora, in Vallesina, in provincia di Ancona, e – per quanto riguarda la sanità – da quello del figlio Claudio, che si trova a pochi chilometri di distanza. Una sartoria tecnologica, che impiega 400 giovani e ha un fatturato di 70 milioni, diffusa i tutto il mondo. Una realtà che, come poche, riesce da sempre a incarnare l’immagine cara a papa Francesco: l’azienda che guarda all’uomo e non solo al profitto. E ben si coniuga anche con il messaggio che da tempo diffonde il cardinale Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona- Osimo, mercoledì in visita allo stabilimento, in occasione dell’open day dedicato alle famiglie dei dipendenti, con un tripudio di 250 bambini, impegnati in giochi didattici Menichelli si é detto colpito dello stile aziendale, molto innovativo, sul modo di declinare l’etica d’impresa e di incarnare il cosiddetto primato del «Bil», il Benessere interno lordo, sul Pil, Prodotto interno lordo. La storia dei Loccioni è piena di questa tensione verso l’uomo, di questa attenzione al dipendente e alla sua famiglia e anche alla cittadinanza in generale, con la recente inaugurazione di un parco fluviale che ha trasformato il corso d’acqua che lambisce gli impianti in luogo di passeggiata per famiglie. Il più bel riconoscimento, in tempi recenti, é venuto dall’incontro con il pontefice in occasione del Giubileo degli industriali: quella di Enrico é stata scelta da Confindustria come una delle cinque testimonianze in aula Paolo VI per declinare lo stile con cui, nel Paese, si vive in modo sano e moderno il modello di imprenditoria a misura d’uomo. La festa é stata dedicata a Graziella, moglie di Enrico, che l’ha ricordata, oltre che come deliziosa compagna di vita e madre esemplare, come 'colonna' dell’azienda, scomparsa un anno fa. Alla donna é stata anche dedicata un’iniziativa alla Camera dei Deputati, a Roma, alcune settimane fa. Enrico negli stessi giorni é stato insignito del riconoscimento di Cavaliere del lavoro. Alla domanda: «Come nascono imprenditori così?», Enrico Loccioni risponde con un aneddoto: «Devo tutto a mio padre. Quand’ero piccolo mi ha dato? Lezioni dure ma fondamentali. Un esempio? Un giorno uscivo per andare a scuola. Mi disse: voglio metterti alla prova. Non ti dò la moneta per il biglietto del bus. Presi da casa una mela, chiesi al conducente di barattarla con la corsa. e ci riuscii. Allora queste cose si potevano fare. Oggi se n possono fare altre. Mio padre, contadino, si convinse che ce l’avrei fatta. Io ho imparato che in qualsiasi situazione, anche la più negativa, abbiamo dentro di noi gli strumenti per risolvere i problemi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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