mercoledì 27 settembre 2017
L'intesa Fincantieri-Stx è pronta a salpare. Su Tim si tratta ancora
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Destini incrociati ma opposti per Fincantieri e Tim. Il futuro prossimo delle due grandi società si intreccia alla vigilia dell’atteso bilaterale Francia-Italia, il 34°, questo pomeriggio alla Prefettura di Lione. Ma se per i cantieri navali sembra ormai a portata di mano, a poche ore dal vertice, un accordo nel reciproco interesse, per la partita nelle telecomunicazioni aperta con Vivendi del finanziere Vincent Bollorè i tempi si allungano un po’ dopo che ieri l’apposito comitato governativo ha rinviato a giovedì o venerdì la decisione sull’attivazione dei poteri speciali (il 'golden power') per Tim. Sulle navi, dopo la crisi scoppiata a fine luglio (e la polemica anche aspra), il discorso è invece così avanti che già fioccano i dettagli.

E l’ottimismo contagia ormai un po’ tutti. A partire dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che in un’intervista a Le Figaro ha già tracciato la rotta: «Da un punto di vista strategico – ha svelato – abbiamo l’ambizione di costruire un grande player globale. L’accordo sui cantieri è una prospettiva a breve termine. Costruire un grande polo civile e militare non si fa in un giorno. Si lavorerà quindi su tempi diversi». Sulla scia, anche Padoan, Calenda e Pinotti (tutti presenti oggi fra i 10 ministri dei due governi che si confronteranno) si sono dichiarati «certi » o «fiduciosi». Un’impressione rafforzata, sul versante francese, dal titolare dell’Economia, Bruno Le Maire, che ha sibilato un «incrociamo le dita» aggiungendo: «Siamo nella giusta direzione ma finché un accordo non è firmato, non è firmato».

Proprio gli incontri fra Le Maire e il nostro Padoan (l’ultimo l’11 settembre a Roma) sono stati decisivi. Intesa in due tempi, dunque. Subito sul settore civile dove, facendo marcia in- dietro rispetto alla clamorosa nazionalizzazione temporanea dei cantieri Stx di Saint Nazaire, Parigi rispetterà il cuore del precedente accordo: Fincantieri avrebbe la maggioranza (come l’avevano prima i coreani), mentre alla Francia andrebbero maggiori garanzie sulla presenza nel Cda, sui posti di lavoro e sul fatto che le tecnologie acquisite rimarranno 'in casa'. Il fronte militare è invece più complesso e vede entrare in gioco anche Naval Group, società al 75% dello Stato che dal dopoguerra realizza le navi della Marina francese. Appositi gruppi di lavoro starebbero lavorando sui dettagli, ma alcune indiscrezione sono filtrate dal giornale Les Echos: fra Naval Group e il gruppo di Trieste avverrebbe uno «scambio di partecipazioni reciproche», con la società francese che entrerebbe a sua volta nel capitale di Stx col 15% garantendo la futura disponibilità degli impianti industriali per costruire navi militari, portaerei ed elicotteri. Un progetto che potrebbe coinvolgere anche Leonardo/Finmeccanica e che acquista una prospettiva diversa alla luce del progetto di «nuova difesa» europea evocato ieri dal presidente francese Macron nel discorso alla Sorbona.

Peraltro stasera sarà firmato un altro accordo, fra Thales Alenia Space Italia e Arianspace, per il lancio di due satelliti italiani. Per puntellare appositamente la 'pace' che verrà siglata oggi, Gentiloni ha fatto sgombrare dal tavolo del vertice il caso Telecom-Vivendi. Sempre al Figaro, il premier ha sottolineato le differenze ricordando che si tratta di «gruppi privati, non siamo né io né Macron a decidere»; ma allo stesso tempo ribadendo che «ogni Paese ha le sue leggi e anche i privati devono rispettarle». Fatto sta che Palazzo Chigi ha strategicamente deciso di non sovrapporre i due piani alla vigilia, asserendo l’esigenza che il comitato debba approfondire ancor meglio se sussiste o no, sul piano legale, l’eventualità di far scattare i poteri speciali (davanti alla mancata comunicazione a suo tempo sul controllo di Tim da parte dei francesi di Vivendi) di cui si dice invece certo il ministro dello Sviluppo, Calenda.

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