lunedì 1 agosto 2016
In Italia, però, l’87% della popolazione attiva sarebbe disposto a valutare nuove proposte per sviluppare o migliorare la propria carriera.
Solo tre professionisti su dieci cercano lavoro
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In Italia, più di un lavoratore su tre ha cambiato la propria occupazione nell’ultimo anno, ma solo il 30% dei professionisti di casa nostra, presenti sulla piattaforma, è attivo nella ricerca di nuove opportunità d’impiego. Nonostante questo, però, l’87% degli appartenenti alla forza lavoro del Belpaese sarebbe disposto a valutare nuove proposte per sviluppare o migliorare la propria carriera. Emerge da Talent Trends 2016, il sondaggio annuale realizzato da Linkedin, il più grande network professionale al mondo, a cui hanno preso parte più di 32mila professionisti da tutto il mondo, tra cui 683 dall’Italia.Sono dati che, spiega una nota di Linkedin, "se da un lato evidenziano come il mercato ricominci a muoversi in qualche modo anche nella nostra penisola, dall’altro sottolineano, purtroppo, quanto la cultura lavorativa tricolore continui a fare della staticità un suo caposaldo". Si tratta, infatti, di una tendenza nettamente in contrasto rispetto alle medie globali che attestano invece al 36% la quota di professionisti che ogni giorno s’impegna per trovare nuove opportunità, posizionando in questo modo l’Italia tra i paesi meno attivi nella ricerca dei così detti open job.“L’obiettivo di LinkedIn a livello mondiale - ha spiegato Marcello Albergoni, head of Italy di Linkedin - è quello di migliorare il collegamento tra professionisti e opportunità. Ciò che emerge dalla nostra ricerca è che, sempre di più oggi, le persone vogliono potersi identificare nella propria azienda. Per questo, trasparenza, etica e sostenibilità diventano valori essenziali per una società che voglia ampliare e sviluppare il proprio business". Durante la ricerca di una nuova occupazione, oltre a come sia realmente l’azienda (31%) e alle prospettive di carriera proposte (22%), spiega il sondaggio, i professionisti italiani, rispetto a quelli degli altri paesi, si preoccupano in modo particolare del fatto che nessuno sappia per quale offerta si siano candidati (20%), superando decisamente, sotto questo profilo, le medie raggiunte a livello globale (14%).Mentre, in sede di colloquio, sono interessati soprattutto a conoscere i valori e la cultura dell’azienda in cui potrebbero essere assunti (58%) e anche la sua struttura societaria (41%). Oltre a questo, gli intervistati hanno dichiarato che per valutare meglio la compagnia preferirebbero ascoltare i dipendenti dell’azienda più che i recruiter o i direttori marketing. Infine, molto importante sotto il profilo decisionale risulta essere anche la facilità di spostamento nel tragitto tra casa e lavoro, arrivando ad apprezzare molto la disponibilità di mezzi pubblici vicino all’ufficio.La maggior parte dei professionisti, secondo il sondaggio di Linkedin, lascerebbe la sua azienda attuale per fare carriera (40%), "ma ciò che davvero stupisce è notare come nel Belpaese, a differenza di quanto accade nel resto del mondo, essere in disaccordo - si legge nella nota diffusa dal social network - con le decisioni prese dal gruppo dirigente della propria società, soprattutto in termini di etica e sostenibilità ambientale, sia una delle motivazioni principali per cambiare occupazione, raggiungendo addirittura un valore pari al 24% e superando così nettamente le medie globali, ferme invece solo al 19%"."Un’evidenza che sottolinea quanto l’attenzione ai valori e a una cultura aziendale positiva siano diventati sempre più importanti per i dipendenti che oggi sentono propria la necessità di riconoscersi e poter essere orgogliosi del brand per cui lavorano", prosegue la nota.I professionisti italiani vengono a conoscenza di nuove opportunità lavorative soprattutto attraverso l’avviso ricevuto da un dipendente che conoscono all’interno della società (16%), e in particolare il 44% degli intervistati nel nostro paese ha ammesso di aver trovato un nuovo lavoro proprio in questo modo. Ma in Italia, soprattutto, stupisce come i social network professionali (15%) siano considerati uno degli strumenti principali per il reperimento di informazioni su nuove offerte lavorative, superando di molto le medie globali (9%).Sotto questo profilo Linkedin offre alle imprese la possibilità di entrare in contatto anche con quei candidati passivi, che non sono attivamente alla ricerca di un nuovo lavoro, ma che rappresentano la maggioranza dei professionisti presenti sul mercato (70%). Un numero consistente di persone che va ad ampliare in modo significativo il numero dei potenziali talenti in attesa di essere contattati, consentendo alle aziende di comprimere i tempi e ridurre i costi associati alla ricerca dei profili professionali ideali.
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