mercoledì 9 maggio 2018
Quadrifor ieri ha presentato a Roma i risultati della indagine realizzata assieme all’Istituto Doxa
L'impatto della tecnologia facilita il lavoro dei quadri
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Come ogni altro aspetto dell’organizzazione aziendale, anche l’amministrazione ha bisogno di adattarsi al costante mutamento che da anni investe i processi produttivi legati al terziario. E questo vale anche per il middle management, impegnato a ripensare se stesso in un orizzonte economico nel quale il tradizionale ruolo di 'cinghia di trasmissione' tra dirigenza e operatività non è più sufficiente. Da tre anni l’evoluzione del profilo professionale dei quadri aziendali attuali (e del futuro) è oggetto dell’attenzione di Quadrifor che ieri ha presentato a Roma i risultati dell’indagine realizzata assieme all’Istituto Doxa.

Concepita originariamente come termine medio tra la strategia e l’azione, quella che emerge dallo studio è una figura in grado di allargare il proprio perimetro in entrambe le direzioni. In questo senso il dato numerico relativo al periodo di crisi (2008-2016) è già abbastanza significativo: mentre i dirigenti italiani sono diminuiti del 16%, i quadri sono aumentati dello 0,9% (in crescita dal 2013). Ma a cambiare sensibilmente è soprattutto la qualità: «L’evoluzione tecnologica accorcia le distanze e permette di saltare i passaggi – ragiona il direttore di Quadrifor, Roberto Savini Zangrandi –. Si pensi solo alla gestione di collaboratori in remoto, all’importanza della condivisione e alla centralità delle competenze personali come la capacità nel fare team o la gestione delle emozioni. I leader sono sempre più attivi e la leadership sempre più diffusa». Ma come sta cambiando la figura del quadro? Tanto per cominciare oltre il 70% ha un gruppo di collaboratori di cui è responsabile e in molti casi (circa il 40%) almeno uno dei sottoposti opera in un’altra sede. Poco più dell’8% gestisce un proprio budget in autonomia e il 36% degli intervistati dichiara di contribuire alla determinazione degli obiettivi e delle modalità del raggiungimento degli stessi. È interessante vedere come sia cambiata anche l’auto- percezione dei quadri italiani nei quali, forse in virtù del calo delle posizioni apicali, è aumentato il senso di responsabilità del proprio ruolo (con differenze molto sfumate rispetto ai dirigenti).

La nota dolente è data invece dalla scarsezza di strumenti di sviluppo e acquisizione delle competenze all’interno delle aziende, del tutto assenti secondo la maggioranza degli intervistati. E mentre aumenta la richiesta di formazione, diminuiscono i corsi aziendali strutturati e continuativi.

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