giovedì 23 febbraio 2012
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Il Pdl chiede di ridurre l'aumento dei farmacisti: propone di far salire a 3.500 da 3.000 il numero di abitanti per ogni farmacia. Suscita forti resistenze anche la cancellazione delle tariffe minime per i professionisti.Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, "ci sono stati alcuni passi avanti e non solo passi indietro". La linea del partito è di chiedere "qualche sforzo in più" su professioni, energia, benzina e farmaci. Per il centrista del Pd Enrico Letta, "il testo finale è migliore e più avanzato dell'immagine di retromarcia che sta passando".Si dichiara preoccupato il Terzo polo, che lancia l'allarme: le troppe modifiche al decreto liberalizzazioni rischiano di stravolgere gli stessi intendimenti del governo. E minaccia il voto contrario. "C'è un rischio palude, così non va - spiega il leader dell'Api, Francesco Rutelli -. Esprimo la preoccupazione del Terzo polo per i rischi che questo  provvedimento venga snaturato e che si dia l'impressione all'opinione pubblica, ma anche all'estero e ai mercati, che il Parlamento sia una tela di Penelope dove arrivano le misure del governo che poi vengono smontate". "Non ci è piaciuto quanto successo sui taxi. Noi chiediamo che si ritorni alla proposta originale che assegna la decisione sulle licenze e le strategie all'autorità dei trasporti". Il senatore Mario Baldassarri ricorda i due pilastri della visione per le liberalizzazioni del Terzo polo: separazione delle grandi reti dalla gestione e privatizzazione delle municipalizzate in "tempi certi e rapidi".
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