mercoledì 29 maggio 2019
Bruxelles chiede a Roma di replicare entro venerdì 31. Possibile anticipo alla prossima settimana dell'avvio di una procedura d'infrazione. E la Commissione Ue attacca Roma sul caso Tercas
Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, rispettivamente vicepresidente della Commissione e Commissario all'Economia

Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, rispettivamente vicepresidente della Commissione e Commissario all'Economia

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«Sulla base dei dati notificati per il 2018, è confermato che l'Italia non ha fatto progressi sufficienti per rispettare il criterio del debito nel 2018». La Commissione Europea (uscente) accelera sul caso dei conti italiani. E in poche ore sferra tre colpi a Palazzo Chigi e al ministero dell'Economia. Alla lettera (attesa) inviata al Tesoro si affianca infatti l'intenzione, che trapela da ambienti comunitari, di rafforzare il contenuto delle "Raccomandazioni" che saranno diffuse mercoledì 5 giugno: nel rapporto (ne viene preparato uno per ogni Paese) sarà messo nero su bianco che l'Italia ha violato le regole del Patto di stabilità, affermazione che sancirà di fatto l'avvio (senza attendere luglio) della procedura d'infrazione per debito e deficit eccessivo, a prescindere dalle risposte che il governo italiano dovrà fornire entro venerdì 31 maggio; procedura che si concretizzerà poi nei mesi successivi.

Particolare non secondario e che testimonia l'irrigidimento: la lettera è stata firmata direttamente dal vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, e dal commissario all'Economia, Pierre Moscovici (non succede sempre per documenti di questo genere) ed è stata rivolta come prassi al ministro dell'Economia, Giovanni Tria.

Nella lettera, indirizzata anche al "caro Giuseppe", Dombrovskis e Moscovici confermano l'intenzione di preparare un rapporto sul debito in virtù dell'articolo 126.3 del trattato.
Sul rapporto il Comitato Economico e Finanziario (dove sono rappresentati i governi) dovrà poi "dare la sua opinione", si legge nel testo.

Con la lettera Dombrovskis e Moscovici chiedono all'Italia di presentare i "fattori rilevanti" che giustificherebbero la violazione delle regole.Il terzo colpo sferrato riguarda la decisione, presa sempre dalla Commissione Europea, di fare appello alla Corte di Giustizia Ue contro la sentenza del Tribunale Ue che il 19 marzo annullava la decisione dell’antitrust comunitario sugli aiuti a Banca Tercas. L’antitrust aveva bocciato, in quanto aiuto di Stato illegale, l’uso del Fondo Interbancario (Fitd) nel salvataggio di Tercas, avvenuto nel 2014. Bruxelles chiede ora alla Corte chiarimenti su quando una misura può essere considerata imputabile allo Stato.

IL TESTO DELLA LETTERA

Oltre all'Italia, secondo quanto si apprende a Bruxelles, la Commissione europea ha inviato una lettera per chiedere spiegazioni sull'andamento del debito pubblico anche al Belgio, una richiesta di chiarimenti sull'andamento del deficit è stata inoltrata anche a Cipro, mentre alla Francia la Commissione europea ha chiesto chiarimenti per quanto riguarda l'andamento del deficit e di quello del debito. Le risposte dei governi nazionali saranno prese in considerazione nell'ambito dei rapporti che la Commissione sta preparando per mercoledì quando presenterà il pacchetto di primavera del semestre europeo e le raccomandazioni per ogni Paese.

Intanto la Corte dei Conti proprio oggi ha bocciato le due misure bandiera del governo, quota 100 e reddito di cittadinanza, e lanciato un monito: ridurre il debito pubblico che incide negativamente sulla crescita. "Le difficili condizioni economiche richiedono una rapida definizione di chiare linee di intervento per dissipare le incertezze", scrivono i magistrati contabili nel decimo Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, confermando una "non favorevole intonazione del ciclo economico globale" anche per i primi mesi del 2019.

Nonostante alcuni segnali incoraggianti di recupero, come i buoni risultati della produzione industriale, appare difficile per la Corte "rimontare" l'eredità negativa degli anni passati. In quest'ottica, per ridare slancio alla crescita, sarebbe necessario non solo ridurre il pesante debito ma puntare sugli investimenti pubblici che hanno subito una forte contrazione in Italia, più che in altri paesi europei, a partire dalla crisi del 2008. Inoltre risulta essenziale anche evitare l'apertura da parte della Commissione Ue di una procedura d'infrazione a carico dell'Italia.

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