Il made in Italy non conosce ostacoli, neppure quelli naturali e climatici. L’esempio viene da una “macchina” che in un anno produce 23 milioni di kilowattora di energia verde e le pale resistono a raffiche di vento di 250 chilometri l’ora. La troviamo sull’isola di Grande-Terre a Guadalupa, nell’arcipelago delle Antille Francesi nell’Oceano Atlantico: qui si è concretizzato l’ultimo progetto di Leitwind, unico produttore italiano di impianti eolici classe Megawatt. Un impianto innovativo grazie allo sviluppo di pale in grado di resistere ai cicloni caraibici. «Un progetto ambizioso che abbiamo terminato nonostante condizioni meteo spesso al limite e che comunque grazie allo sviluppo della nuova pala ha evidenziato la forza innovativa della nostra azienda» commenta Davide Albani, responsabile della Divisione Leitwind in seno al Gruppo HTI.
Un progetto da 20 milioni di euro
Sei le turbine LTW80 da 1,65 MW classe Typhoon che nei giorni scorsi sono entrate a pieno regime, dopo che le opere di installazione avevano avuto inizio ad ottobre. Un progetto da 20 milioni di euro che la francese Total Quadran ha commissionato a Leitwind e che assicurerà una produzione annua di 23 milioni di kwh di energia verde destinata alla rete elettrica dell‘isola.
La sfida ambientale
Un progetto che ha dovuto affrontare sfide sia tecnologiche e logistiche. Dalle temperature elevate, gli alti livelli di umidità e, soprattutto, velocità del vento più elevate, a seconda dell’intensità del ciclone e della turbolenza, con rapidi cambi di direzione dell’aria, così come la possibilità di guasti alla rete e il pericolo di allagamenti dovuti a forti piogge. Così è stato sviluppato un nuovo modello di pala in grado di resistere a raffiche di vento fino a 250 km/h.
I test al Massachusetts Clean Energy Center di Boston
Per testare la resistenza e la sicurezza della pala, gli scorsi mesi sono stati dedicati alla campagna di test strutturali al Massachusetts Clean Energy Center (MassCEC) Wind Technology Testing Center (WTTC) di Boston negli Usa. Un’altra difficoltà è stata la logistica: la fornitura dei componenti, così come delle attrezzature di lavoro come le autogru, è avvenuta via nave e solo durante le ore notturne, in quanto sull’isola vige una limitazione del transito stradale.