martedì 28 marzo 2017
La crisi e le piattaforme digitali fanno da leva. Il volume d’affari nel 2016 all’1,1% del Pil
L'economia dell'usato raggiunge i 19 miliardi
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Cresce in Italia il mercato dell’usato: si vendono e si comprano sempre di più, nell’ordine, auto e moto, oggetti personali e per la casa, strumenti elettronici o attrezzature che servono per praticare uno sport o un hobby. La crisi economica, che costringe le famiglie a risparmiare, la presenza sempre maggiore nel tessuto sociale di soggetti a basso reddito, ma anche la diffusione della tecnologia digitale nella vita quotidiana (è in larga espansione, infatti, la compravendita online), hanno contribuito a far dilatare negli ultimi anni la cosiddetta 'Second Hand Economy' che nel 2016 ha generato un volume d’affari pari a 19 miliardi di euro (un miliardo in più rispetto all’anno precedente) raggiungendo la quota dell’1,1% del nostro Pil.

Un segnale di cambiamento del rapporto tra economia e società, come risulta dall’indagine condotta da Doxa per Subito, l’azienda del settore più 'cliccata' in assoluto, con oltre 8 milioni di utenti unici mensili. Perché è proprio sul web che gli italiani hanno dimostrato di avere un approccio più dinamico agli scambi delle merci di 'seconda mano' rispetto agli ambiti tradizionali come le concessionarie o i mercatini.

Una fetta consistente della 'Second Hand Economy', dunque, il 37%, è rappresentata oggi proprio dall’online che ha dato vita, nel 2016, a un business di circa 7,1% miliardi (+ 300 milioni rispetto al 2015) con un guadagno (o risparmio) procapite medio di 900 euro all’anno. Di questi, ben 5 miliardi hanno riguardato il settore dei motori. Usare la Rete è ritenuto più semplice e comodo (la pensa così il 58% degli intervistati), accessibile e sicuro (68%) e 'risparmioso' rispetto all’offline (50%). Ma c’è di più. Secondo la ricerca, illustrata per Doxa da Guido Argieri, il 33% di chi finora non ha mai acquistato o venduto second hand è propenso a farlo (+ 5%). Tra chi lo fa già, invece, il 53% degli acquirenti dichiara di aver comprato almeno una volta ogni 6 mesi così come è accaduto al 48% dei venditori.

Ma chi sono gli utenti che usano computer, tablet o smartphone per comprare o vendere usato? Si tratta soprattutto di persone disposte ad avere di più 'con allegria', dice l’indagine, senza troppe spese o facendo delle piccole rinunce (38%). Nel 16% dei casi gli utenti appartengono alla generazione dei Millennials, i giovanissimi, che hanno maggiore dimestichezza con il digitale, il 10% rientra invece negli Smart Chic, gli amanti degli oggetti ricercati o vintage, il resto è costituito da 'ideologici' (11%), cioè coloro che hanno un approccio etico o ambientalista e dai 'concreti' (7%) che comprano solo ciò che è necessario alla famiglia.

«La Second Hand Economy, non è una moda passeggera – commenta Luciano Canova, docente di Economia all’Università di Pavia – ma una radicale trasformazione del nostro modo di intendere produzione, consumo e, quindi, benessere. Serve un nuovo approccio, anche empirico, alla misurazione del valore prodotto dall’economia circolare e dal contributo che essa apporta alla crescita economica complessiva».

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