venerdì 24 aprile 2020
Una serie di soluzioni per rilanciare la categoria
Le proposte di Cna Benessere e Sanità
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Un ampio documento di proposte per favorire la ripartenza del settore. Parrucchieri, barbieri e centri estetici sono tra i comparti più in difficoltà e CNA Benessere e Sanità davanti alla sospensione dell'attività prende “carta e penna" per far sentire la voce di una categoria. L'associazione guidata dal presidente Antonio Stocchi ricorda la forte preoccupazione ed il disorientamento rispetto ai tempi ed alle modalità di ripresa dell'attività ricordando peraltro che a causa del fermo il settore dell'acconciatura registra una perdita del 30% e che l'annata 2020 sarà da considerarsi in perdita. Ben peggio per quello dell'estetica con una perdita stimata del 70% del fatturato annuo per un comparto da 140mila imprese che nel 2019 ha generato una spesa in beni e servizi pari a circa 43 miliardi.

Ora il settore teme di ripartire ma per ultimo, con regole stringenti nell'utilizzo di dispositivi di protezione e di organizzazione del lavoro. Per questo vengono richieste al Governo regole chiare e di facile attuazione, definendo anticipatamente le norme a cominciare da quelle relative ai dispositivi di protezione. Inoltre l'associazione torna a ricordare come in queste settimane di inattività è tornato in modo marcato il problema dell'abusivismo, per questo viene richiesta l'intensificazione dei controlli. L'associazione ritiene poi necessario il sostegno alla liquidità perché quella del Cura Italia non è sufficiente così come quella per il credito del Decreto Liquidità. Inoltre viene rinnovata la richiesta di disposizioni migliorative in tema di sospensioni dei pagamenti fiscali e contributivi. E ancora, riguardo la sospensione delle rate e dei canoni dei mutui e di altri finanziamenti, la sospensione di sei mesi è ritenuta insufficiente, mentre la tassazione locale dovrebbe essere sospesa o alleggerita per tutto il 2020. Peraltro andrebbe consentita la riapertura immediata dei negozi per la vendita dei prodotti, con la chiusura che ha finito con l'avvantaggiare i supermercati, le farmacie e parafarmacie ed i colossi dell'e-commerce.

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