martedì 12 aprile 2016
​Secondo la ricerca della società specializzata in recruitment, la metà delle aziende ha pianificato nuovi inserimenti. Molto utilizzato il canale social media, fondamentali le competenze linguistiche
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Dopo la grande crisi, le aziende italiane che sono sopravvissute alla selezione sembrano aver ritrovato la fiducia tanto che la metà ha pianificato nuovi ingressi in organico nel corso dei prossimi mesi. La ricerca si focalizzerà soprattutto su profili tecnici o di middle management (79%), professionisti con una breve esperienza professionale (46%), tirocinanti e apprendisti (43%). Sono questi i primi risultati della nuova Hays Salary Guide, l'indagine condotta dalla società di recruitment specializzato Hays su un campione di oltre 1.200 professionisti e più di 240 aziende.IL RECRUITMENT AI TEMPI DEI SOCIAL MEDIACresce il peso dei social media nella dinamica d’incontro tra domanda e offerta di lavoro. 6 professionisti su 10 impiegano i social media per individuare nuove opportunità di impiego prediligendo soprattutto LinkedIn (100%) agli altri network online. Anche le imprese, secondo la ricerca Hays si appoggiano ai social in fase di selezione, tanto che il 52% del campione dichiara di eseguire uno screening dei profili social del candidato per avere una visione più completa del professionista (93%), per accertare eventuali attitudini professionali attraverso la partecipazione a community (34%), per individuare possibili incongruenze nelle esperienze di lavoro dichiarate (23%) e, infine, per informarsi sulla rete dei contatti professionali (20%). Tuttavia, queste informazioni sembrano non giocare un ruolo discriminante nel processo di recruitment: l’84% delle imprese dichiara, infatti, di non aver escluso un candidato alla luce delle informazioni reperite sui suoi profili social. LE COMPETENZE RICHIESTE Per quanto riguarda le competenze che il candidato deve possedere, 8 recruiter su 10 mettono al primo posto una solida esperienza, seguita dal titolo di studio e da ottime referenze. Per l’83% delle imprese, la potenziale nuova risorsa deve possedere anche forti competenze linguistiche. Oltre all’inglese, sempre più aziende chiedono come seconda lingua parlata il tedesco (22%), il francese (22%) e lo spagnolo (14%). E proprio per risultare più appetibili agli occhi dei selezionatori, 7 professionisti su 10 hanno deciso di investire il proprio tempo nell’apprendimento di una lingua straniera come il tedesco (47%), il cinese (46%), il francese (37%) e lo spagnolo (33%). POLITICHE RETRIBUTIVE E BENEFITPer assicurarsi le risorse migliori e, al contempo, la "fedeltà" delle risorse attuali, l’84% delle imprese intervistate offre benefit di natura economica e non solo. Più della metà del campione (54,6%) riconosce ai propri collaboratori un compenso variabile che, sul totale dello stipendio, può incidere da un minimo del 10% (nel 42% dei casi) a un massimo del 50% (solo nel 10% dei casi). Tale retribuzione variabile è strettamente legata al raggiungimento di risultati individuali (77%), di obiettivi aziendali (70%) o alla valutazione delle performance individuali (41%). Inoltre, 7 imprese su 10 offrono ai propri dipendenti benefit di natura non economica come il telefono aziendale (91%), la macchina aziendale (77%), i rimborsi spese (54%) e l’assicurazione sanitaria (51%). Per quanto riguarda i professionisti, la quasi totalità degli intervistati (94%) dichiara di valutarne la presenza nelle offerte di lavoro ricevute. Tra i più ambiti, l’auto aziendale (86%), l’assicurazione sanitaria (80%) e il rimborso spese (51%).
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