giovedì 15 giugno 2017
La stima del Cda di Veneto Banca. Bankitalia: serve una soluzione rapida
Gli ex manager hanno fatto danni per 2,3 milioni
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Di corsa verso il salvataggio delle due ex Popolari venete, magari con qualche prospettiva entro la settimana, mentre procedono le azioni di responsabilità. Il Cda di Veneto Banca si era preso un po’ di tempo ma ieri – finalmente, secondo tanti risparmiatori – ha avviato l’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori e sindaci alternatisi in carica fino al 26 aprile 2014. Il danno 'spaventoso' cagionato dagli ex vertici è stato quantificato «in circa 2 miliardi e 300 milioni» di euro, un conto a «tutt’oggi provvisorio e potenziale», ha fatto sapere Alessandro De Nicola, uno dei consulenti. «È stato un lavoro preciso, dettagliato e approfondito: una necessaria risposta a quell’esigenza di giustizia che i territori richiedevano » ha puntualizzato il presidente dell’Istituto Massimo Lanza. Invece «tempi molto brevi» per il salvataggio delle due ex Popolari di Montebelluna e Vicenza sono stati sollecitati, sempre ieri, da Bankitalia, e confermati da ministro Pier Carlo Padoan.

Con una scommessa sospirata, anche se non detta: entro il fine settimana l’ipotesi di un salvataggio dovrebbe essere qualcosa di più di una… ipotesi. Per bocca del vice dg Fabio Panetta, Bankitalia ha ribadito, appunto, che «una soluzione relativa alle due banche venete va definita in tempi molto brevi». Ma in che modo? Padoan ha spiegato che il coinvolgimento delle altre banche per trovare il 1,2 miliardi di euro che la Commissione vuole arrivino da privati per dare il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale «non è e non può essere un’iniziativa pubblica». Si tratta «di valutazioni e considerazioni in ordine a un possibile investimento del tutto volontario che non possono che competere alle banche eventualmente interessate». Ma il ministro ha insistito, una volta di più, che «non ci sono spazi di discrezionalità nazionali» prima che vi sia un via libera da Bruxelles; pena l’incorrere in una «procedura illegale senza precedenti, perché senza il consenso della Commissione la Bce non autorizzerebbe l’acquisto dei titoli». Come ha ammesso il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, la situazione attuale del sistema bancari «non agevola la soluzione delle crisi che vanno risolte in poco tempo». Anche se, ha ammonito Visco, non bisogna parlare di crisi del sistema bancario italiano, perché «non c’è».

Ma, insomma, per domani è possibile arrivare ad un punto di svolta? «Vediamo come si determina lo scenario » si è limitato a rispondere l’ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina. «Il governo sta lavorando per trovare una soluzione, ma va anche considerata la complessità dei meccanismi che regolano la situazione delle crisi bancarie». La Commissione europea, intanto, ha ribadito che sulle banche venete si lavora ad una soluzione che eviti la tosatura delle obbligazioni privilegiate e tuteli integralmente i depositi. Tra i problemi che s’intrecciano ci sono quelli della complessa gestione delle vicende giudiziarie. «La dotazione della procura di Treviso – ha assicurato il ministro Orlando, intervenendo sulla carenza di organici – è stata ampliata in occasione della rideterminazione delle piante organiche degli uffici giudicanti e requirenti di primo grado».

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