sabato 1 dicembre 2018
L'evasione tributaria e contributiva sfiora i 110 miliardi, un ventesimo del debito pubblico
In Italia 3,3 milioni di lavoratori in nero
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Il lavoro nero rende schiavi in Italia più di tre milioni di individui. Da Alleanza cooperative italiane arriva una denuncia dettagliata e un appello al Parlamento ad non essere complice di queste pratiche scorrette ripristinando le sanzioni penali per chi sfrutta i lavoratori. Il costo medio orario per i 3.263.000 lavoratori vessati in tutti i settori produttivi del Paese è di soli 8 euro contro i 16 canonici. L'evasione tributaria e contributiva sfiora i 110 miliardi (108,9 per l’esattezza): in pratica un ventesimo del debito pubblico. Fra le voci più rilevanti dell'evasione ci sono l'Iva 35,3 miliardi di euro, il mancato gettito dell'Irpef derivante da lavoro e impresa, pari a 37,6 miliardi, mentre la sola Irap fa registrare una mancata contribuzione di 7,6 miliardi. Il mancato versamento dei contributi, invece, risulta pari a 2,6 miliardi per il lavoratore dipendente e a 8,5 per il datore di lavoro.

Nel corso della prima edizione della Biennale della Cooperazione che si è aperta ieri a Bologna, il presidente Maurizio Gardini e i copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani hanno chiesto al Parlamento di agire subito con «il ripristino delle sanzioni penali relative all'appalto illecito di manodopera e la difesa della liquidazione coatta amministrativa». Entrambe le misure, secondo i tre dirigenti, «sono state annacquate nella scorsa legislatura». Una scelta inaccettabile. «Chi compie gravi illeciti nel lavoro deve essere punito, perché mortifica i lavoratori, droga l'economia, avvantaggia i delinquenti ed estromette gli onesti».Tra i 3,3 milioni di lavoratori sfruttati dalle false imprese ce ne sono 100mila vessati nelle false coop. «È in questo contrasto all'illegalità che si colloca l'impegno dell'Alleanza delle cooperative italiane, a fianco delle istituzioni – spiegano i tre dirigenti di Alleanza cooperative –. Anche altri settori dovrebbero interrogarsi e adoperarsi. Noi facciamo la nostra parte, chiediamo di inasprire, con l'estensione delle sanzioni penali, la "lotta alle false cooperative" costituite solo per sfuggire alle norme che tutelano il lavoro».

Per rendere più efficace l'attività di vigilanza si chiede l'istituzione di un organismo unico che coinvolga la pubblica amministrazione, l’Agenzia delle Entrate, l’Ispettorato nazionale del lavoro, la Banca d'Italia e le cooperative. «L'illegalità altera la concorrenza, danneggia l'economia, mortifica le persone. Integrità, onestà e comportamenti sobri invece, alimentano la fiducia e il fare buona impresa. Per le cooperative legalità non è solo rispetto delle norme, ma anche promozione di una cultura in grado di rigenerare fiducia. Riteniamo fondamentale calendarizzare in Parlamento la lotta contro le false coop» concludono Gardini, Lusetti e Begani.

Guardando alle misure del governo per il contrasto alla povertà Alleanza cooperative sottolinea la necessità che il sistema del reddito di cittadinanza «contempli meccanismi di incentivo all'occupazione dei destinatari o attraverso lo sgravio contributivo o con la loro auto-imprenditorialità prevedendo la liquidazione anticipata della misura per chi volesse dar vita a imprese». Secondo i vertici dell'Alleanza, infatti senza politiche attive del lavoro l'intervento rischia di scivolare nell'assistenzialismo. «La povertà non si sconfigge solo con il sostegno economico, tanto più se il reddito di cittadinanza si traducesse nel solo trasferimento di risorse senza un accompagnamento con servizi territoriali e presa in carico dei bisogni delle persone».

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