venerdì 20 gennaio 2017
Secondo una ricerca internazionale di Accenture il 70% dei clienti è favorevole all'idea di affidarsi all'intelligenza artificiale per i tradizionali servizi bancari
"Go find me another one" (frankileon via Flickr https://flic.kr/p/6hJoQt)

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Il lavoro del bancario? Sempre più a rischio. Quella che era una volta la professione-regina del “posto fisso” corre oggi il serio pericolo di sparire per l’arrivo dei robot. Secondo una ricerca recente di Accenture, grande società di consulenza, 7 clienti delle banche su 10 sono infatti a favore di un servizio di consulenza robotizzata nei servizi bancari, assicurativi e previdenziali.

La Distribution & Marketing Consumer Research condotta da Accenture nei settori distribuzione e marketing, a livello mondiale, ha analizzato le opinioni di circa 33.000 consumatori di 18 paesi e regioni. L’apertura dei consumatori alla robo advisory riguarda l’assistenza nella scelta di un nuovo conto corrente (71%), della copertura assicurativa (74%) e del piano pensionistico (68%). Circa 4 consumatori su 5 (78%) si sono dichiarati disposti a fare ricorso a questo tipo di servizio per gli investimenti tradizionali, ovvero il settore che ha visto la nascita di questa tecnologia. Tra gli aspetti di maggiore attrattività delle piattaforme per la robo advisory, gli intervistati hanno indicato la prospettiva di ridurre tempi (39%) e costi (31%) dei servizi, e una maggiore imparzialità e capacità di analisi dei computer o delle soluzioni di intelligenza artificiale (26%).

Inoltre, i paesi maggiormente inclini a questo nuovo tipo di servizi sono le economie emergenti di Indonesia (92%), Thailandia (90%), Brasile (86%) e Cile (84%): mercati in cui lo smartphone e gli altri dispositivi digitali si sono già affermati come i principali strumenti di interazione nell’ambito dei servizi finanziari. Anche nei paesi con la domanda più bassa, ovvero Canada (56%), Germania (59%) e Australia (61%), la quota di intervistati favorevoli alla robo advisory supera comunque la metà.

La ricerca rivela anche che i consumatori sono disposti a passare a fornitori non tradizionali di servizi finanziari. Quasi un terzo di loro si affiderebbe a Google, Amazon o Facebook per servizi bancari (31%), assicurativi (29%) e di consulenza finanziaria (38%). Tuttavia, nella fascia di età compresa tra 18 e 21 anni, questa propensione, pur essendo maggiore, si attesta solo al 41%, a dimostrazione del valore che questo specifico target attribuisce alle banche tradizionali. Ma i giganti del tech non sono gli unici a esercitare pressioni sulle aziende di servizi finanziari: una percentuale pressoché identica dei consumatori di tutto il mondo ha dichiarato che prenderebbe in considerazione di passare ai servizi bancari (31%) e assicurativi (30%) proposti da supermercati o rivenditori. La sfida delle banche se vogliono sopravvivere, quindi, è di trovare in fretta un compromesso tra fattore
umano e robot in uno scenario sempre più favorevole ai servizi automatizzati.

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