giovedì 7 febbraio 2019
Nel 2018, secondo i dati più recenti dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, sono 480mila i lavoratori coinvolti: +20% sull’anno precedente. Gli esempi virtuosi di alcune aziende
Lavoro agile, in crescita in Italia
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Il lavoro agile cresce tra le imprese italiane. Nel 2018, secondo i dati più recenti dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, a poco più di un anno dall’entrata in vigore della legge italiana sul tema, i lavoratori che godono di autonomia nella scelta dell’orario e del luogo di lavoro, disponendo di strumenti digitali adatti a lavorare in mobilità, sono 480mila: +20% sull’anno precedente. Sono anche più soddisfatti dei lavoratori tradizionali sia per l’organizzazione del lavoro (39% contro il 18%) che nelle relazioni con colleghi e superiori (40% contro il 23%). Non solo grandi aziende, anche le pmi guardano con favore crescente a queste modalità lavorative. Da Nord a Sud si moltiplicano le esperienze e i progetti avviati da imprese appartenenti a settori produttivi molto diversi tra loro.

Il “lavoro agile”, per esempio, conquista sempre di più il mondo delle imprese farmaceutiche. Dopo una fase di sperimentazione e organizzazione interna, e dopo un adeguato periodo di formazione, prende il via il progetto di smart working nelle aziende del Gruppo Servier in Italia, gruppo farmaceutico internazionale privato governato da una Fondazione non profit. Dalla fine del 2018, infatti, il Gruppo Servier in Italia ha avviato un progetto di smart working che ha visto la piena adesione raggiungendo circa il 90% per le posizioni a cui è applicabile. La fase operativa consente ai dipendenti di lavorare da casa una volta a settimana. L’avvio di questa iniziativa, che ha lo scopo di favorire la conciliazione tra vita lavorativa e famiglia, insieme al progetto di sviluppo professionale e di talent acquisition, è uno dei motivi per il quale, per il secondo anno consecutivo, Top Employers Institute, ha riconosciuto Servier Italia fra le società italiane più attente allo sviluppo e alla crescita delle proprie risorse umane. «La nostra azienda – spiega Elisa Napolitano, direttore delle Risorse Umane del Gruppo Servier in Italia – è quotidianamente impegnata in attività finalizzate a migliorare la qualità del lavoro dei nostri dipendenti. Il successo di un’azienda non può prescindere da risorse altamente qualificate e motivate».

Negli ultimi mesi del 2018 è partita anche la sperimentazione del primo programma di “lavoro agile” per Fnm, la società che controlla il principale Gruppo integrato per il trasporto e la mobilità in Lombardia. Il progetto interessa al momento 49 dipendenti (il 25% della platea potenzialmente interessata) tra impiegati e quadri che, sulla base di precisi obiettivi assegnati a ciascuno, lavorano da un luogo diverso dell’ufficio fino a un massimo di un giorno a settimana. «Il Gruppo Fnm ha una tradizione consolidata di welfare aziendale – commenta il presidente Andrea Gibelli -. Con l’introduzione del lavoro agile così come delle altre misure previste dall’intesa del 2017 vogliamo favorire ulteriormente la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per i dipendenti, ottimizzare la mobilità e migliorare al tempo stesso l’efficienza, favorendo lo sviluppo di una cultura aziendale improntata al raggiungimento dei risultati di ogni attività». La sperimentazione si concluderà ad aprile e servirà per raccogliere dati in vista della messa a regime della nuova organizzazione e di una sua possibile estensione al personale impiegatizio delle altre società del Gruppo.

Nel Mezzogiorno le imprese scommettono, in anticipo, sul “lavoro agile”. È il caso di Mare Engineering, società napoletana di consulenza e servizi di ingegneria per le aziende, che ha avviato progetti di questo tipo in anticipo rispetto al contesto nazionale. La possibilità di lavorare da casa, una o due volte a settimana, è stata data ai responsabili di area già cinque anni fa, con risultati molto positivi. Il ricorso al lavoro agile riguarda circa il 35% delle figure professionali interessate dalla possibilità di trasferire a casa le proprie attività lavorative. Si tratta, in realtà, di un dato che tiene conto dell’estensione dello smart working anche ai dipendenti dell’altra società del gruppo, Step Sud Mare. «Facilitare la conciliazione tra lavoro e famiglia – spiega Antonio Maria Zinno, presidente di Mare Engineering – è da sempre una priorità per le nostre aziende. Siamo stati tra i primi ad avviare in Italia progetti legati al lavoro agile e i risultati in termini di crescita professionale e aziendale sono stati entusiasmanti. A beneficiare di questa iniziativa è stato anche il clima aziendale, più sereno e produttivo. Stiamo lavorando per ampliare il progetto e coinvolgere un numero crescente di dipendenti».

Anche il gruppo assicurativo internazionale Zurich ha lanciato il primo progetto sullo smart working nel 2015: Atom, iniziativa che ha ripensato e ridisegnato gli spazi e le dotazioni in maniera innovativa per permettere ai dipendenti il lavoro da remoto. Il tasso di adesione al “lavoro agile” in azienda è molto alto, vicino al 90%. I dipendenti possono lavorare da casa due giorni a settimana. Per le donne in gravidanza, a partire dall'annuncio della gravidanza stessa fino al compimento del primo anno del figlio, i giorni salgono a tre. Sensibile la diminuzione registrata sui costi di gestione della rete relativi a utenze, affitti e manutenzioni.



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