martedì 11 marzo 2014
Sono queste le prime stime elaborate dal Centro Studi di settore costituito dall’Associazione nazionale delle Agenzie per il lavoro, con i sindacati di categoria.
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I lavoratori in somministrazione mensilmente occupati nel 2013 sono 277 mila: il 4,5% in più rispetto al 2012 (quando erano 265 mila). La curva si conferma in crescita mese su mese: a dicembre 2013 il numero medio di occupati è stato di 279 mila persone, il 6,5% in più rispetto a dicembre 2012.Cresce anche la percentuale relativa al rapporto fra occupazione in somministrazione e occupazione totale che nel 2013 è pari all’1,28% contro l’1,19 di dicembre 2012. Sono queste le prime stime elaborate sullo scorso anno dal Centro Studi di settore costituito da Assolavoro, l’Associazione nazionale delle Agenzie per il lavoro, con i sindacati di categoria."Seppure non è stato ancora recuperato completamente il gap con i livelli pre-crisi - ha dichiarato Luigi Brugnaro, presidente di Assolavoro - il settore delle Agenzie per il lavoro dimostra, anche nel 2013, di essere un driver formidabile per una occupazione flessibile di qualità e per la competitività delle imprese. Alle aziende, specialmente a quelle che operano sul piano internazionale, occorrono tempestività e flessibilità per rispondere al meglio alle esigenze del mercato; il know how e i servizi specializzati delle Agenzie (ricerca e formazione finalizzata, somministrazione, outplacement) permettono di avere il personale che occorre, adeguatamente formato, rapidamente e per il tempo necessario"."Per il lavoratore somministrato, anche grazie alle novità introdotte con il rinnovo del Ccnl di settore – ha ricordato Brugnaro - vi sono tutte le garanzie del lavoro dipendente, retribuzione corrispondente ai dipendenti diretti dell’azienda utilizzatrice e numerose prestazioni di welfare aggiuntivo, tutte finanziate con risorse private. Valorizzare il ruolo delle Agenzie, sia nel Jobs Act, sia nelle iniziative specifiche, come la Garanzia Giovani, conviene a tutti e consente di migliorare la competitività del sistema Paese, arginando la diffusione, ancora elevatissima, delle forme di lavoro irregolare o sotto tutelate".
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