sabato 5 marzo 2016
Dopo un buon 2015, le aziende sono molto caute sul nuovo annoCon la grande crisi persi 300mila posti di lavoro. Stabili i livelli occupazionali per i prossimi sei mesi.
L'auto spinge l'industria meccanica
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Tutto merito del comparto degli autoveicoli (+27,8%) se nel 2015 la produzione metalmeccanica è cresciuta mediamente del 2,6% rispetto all’anno precedente. Sono risultati in recessione, infatti, il settore metallurgico (-2,1%) e quello dei prodotti in metallo (-3%), mentre la meccanica strumentale è aumentata mediamente dell’1%. «Il peggioramento osservato nel nostro Paese – ha spiegato Alberto Dal Poz, vicepresidente di Federmeccanica – trova conferma nell’evoluzione congiunturale dei Paesi Ue e in particolare della Germania, che nell’ultimo trimestre del 2015 ha registrato una contrazione dell’1,3% sia rispetto al corrispondente trimestre dell’anno passato, sia rispetto al precedente trimestre». Per quanto riguarda le esportazioni, il 2015 si è chiuso con un fatturato di circa 200 miliardi di euro e un attivo di 56 miliardi. Mediamente il nostro export è cresciuto del 4,3%, ma con un costante rallentamento in corso d’anno: si è passati, infatti, da una crescita dei valori tendenziali pari al +5,8% nel primo trimestre al +2,5% del quarto. A tali risultati medi ha contribuito il forte incremento dei flussi indirizzati verso gli Stati Uniti (+21,8%), mentre è proseguita la contrazione di quelli destinati alla Russia (-24%). «Il 2015 si è chiuso per il nostro Paese con una crescita del Pil pari allo 0,8% – ha aggiunto Dal Poz –. Un risultato positivo se confrontato con gli andamenti degli ultimi anni (20122014), ma inferiore rispetto alle previsioni che ancora si facevano a ridosso dell’estate (circa l’1%). La differenza tra previsioni e dati di consuntivo trova spiegazione nel significativo peggioramento intervenuto nella seconda metà del 2015, anche per effetto delle turbolenze finanziarie partite dalla Cina e dal Sud Est Asiatico e propagatesi sui mercati finanziari dell’Occidente». Le retribuzioni contrattuali dei lavoratori metalmeccanici, invece, sono cresciute del 2,7%, le retribuzioni di fatto, nelle grandi imprese, sono aumentate del 2,4% a fronte di una dinamica del costo vita pari al -0,1%. «Con la grande crisi economica – ha commentato Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica – abbiamo perso il 30% della produzione industriale, il 25% della capacità produttiva e 300mila posti di lavoro ». A fronte di un minore utilizzo della cassa integrazione guadagni, è proseguita, nelle imprese con più di 500 addetti, la contrazione dei livelli occupazionali che, nei primi 11 mesi del 2015, sono diminuiti del 2,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. «Rimaniamo molto cauti in merito alle previsioni sugli andamenti del 2016 – conclude Franchi –. Nel quarto trimestre del 2015, infatti, l’attività produttiva metalmeccanica non ha registrato variazioni di rilievo rispetto al trimestre precedente; sempre nell’ultimo trimestre dell’anno, risultano inoltre in peggioramento i giudizi che le imprese esprimono sui volumi di produzione realizzati». Le attese produttive relative al primo trimestre del 2016 non evidenziano significativi mutamenti dall’attuale quadro congiunturale, in presenza di un portafoglio ordini sostanzialmente stabile, ma valutato negativamente da un numero crescente di imprese rispetto a quello della precedente rilevazione. Stabili, infine, i livelli occupazionali per i prossimi sei mesi.
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