mercoledì 16 novembre 2022
Dalle auto alla moda, dall’arte ai gioielli: per il lusso, dopo un 2022 che chiuderà con una crescita del 22%, si prevede un trend positivo ma in frenata per il prossimo anno
Il presidente di Altagamma Matteo Lunelli

Il presidente di Altagamma Matteo Lunelli - Imagoeconomica

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Dalle auto ai gioielli passando, dall’arte alla moda, il mercato del lusso non conosce crisi e si appresta a chiudere il 2022 con una crescita record del 21% e un giro d’affari di 1.400 miliardi. Lo scenario si prospetta positivo anche per il 2023 ma in frenata: la crescita sarà solo del 6% per effetto combinato di una serie di fattori: dall’inflazione alla carenza di materie prime alle tensioni geopolitiche. Sul piatto della bilancia pesa soprattutto l’incognita Cina. Il gigante asiatico si conferma il più grande mercato mondiale del lusso ma non è ancora tornato ai livelli pre-Covid per via dei lockdown ancora in corso. A fare il punto sullo stato di salute dell’eccellenza italiana il ventunesimo Osservatorio Altagamma, presentato ieri a Milano alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il 2022 è stato un anno eccezionale, con dati superiori alle aspettative mentre con lo scoppio della guerra in Ucraina e l’inizio della crisi energetica, il resto dell’economia subiva pesanti contraccolpi. Tutti i settori hanno fatto registrare balzi in avanti dalle automobili agli yacht, dall’arredamento al cibo, dagli hotel alle crociere. Ma è soprattutto il settore dei beni di lusso personali che ha fatto da traino, in particolare pelletterie e calzature ma anche gioielleria, orologi e cosmesi, con una crescita media del 22% che da qui al 2030 sarà del 60%.

Il rapporto presentato e realizzato da Bain & Company contiene però luci ed ombre. Da un lato aumenta il numero potenziale di consumatori del mercato del lusso: i 400 milioni nel 2022 dovrebbero arrivare a 500 milioni entro il 2030. La situazione macro-economica mondiale favorisce la polarizzazione tra le fasce più ricche e quelle meno abbienti. Il settore dell’alto di gamma conquista soprattutto le nuove generazioni: la spesa della generazione Z e della generazione Alpha è destinata a crescere circa tre volte più velocemente rispetto alle altre fasce d’età. Si afferma sempre di più l’idea dell’oggetto di lusso come investimento. Per quanto riguarda le aree geografiche ci si aspetta un rallentamento di Usa e Europa, in Asia la Corea del Sud ha ormai superato il Giappone come mercato, mentre preoccupa la Cina che è ancora frenata dagli effetti della pandemia. India e Sud-Est asiatico sono invece in forte crescita. « L’alto di gamma, dopo il forte rimbalzo successivo allo scoppio della pandemia, ha completato il percorso di ripresa, registrando nel 2022 il record storico con risultati oltre le aspettative» ha sottolineato il presidente di Altagamma, Matteo Lunelli. « I marchi italiani continuano ad eccellere, malgrado un contesto congiunturale caratterizzato da una forte incertezza e da numerose sfide». Il ministro Urso ha assicurato che il nuovo governo farà di tutto per sostenere le imprese. Per sostenerle le imprese si prepara a varare tra i collegati di bilancio misure a tutela del made in Italy contro la contraffazione, la riforma del codice dei diritti di proprietà industriale che è uno degli ultimi tasselli del Pnrr ancora da approvare e incentivi per i brevetti. «La proprietà intellettuale è la cosa principale, per quel che ci riguarda - ha detto Urso -. E per questo penso che sia giusto che il Tribunale europeo dei brevetti abbia sede a Milano, capitale della produzione italiana. Una rivendicazione che il governo fa sulla base anche delle richieste del precedente governo, in piena sintonia, e forse con ancor maggior consapevolezza ». Tra i provvedimenti allo studio un piano per favorire il reshoring delle attività delocalizzate e la formazione con la proposta di un “liceo del made in Italy”, un percorso scolastico per avvicinare i giovani al settore manifatturiero.

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