venerdì 17 febbraio 2023
Dynamo Academy e Sda Bocconi hanno analizzato i bilanci Esg di 213 aziende che hanno destinato 635 milioni di euro per interventi di filantropia attiva dalla cultura alla coesione sociale alla sanità
Tra gli impegni Esg delle aziende la riduzione delle emissioni di CO2

Tra gli impegni Esg delle aziende la riduzione delle emissioni di CO2

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Una transizione culturale sta portando le aziende italiane ad applicare modelli di filantropia attiva basati sull’agire sostenibile e non soltanto sull’elargizione di fondi. Ad analizzare le tendenze e a metterle a confronto con realtà internazionali la quinta edizione della ricerca Corporate Social Investment e ESG – Global Impact at scale realizzata da Dynamo Academy e Sda Bocconi Sustainability Lab e presentata ieri a Milano. In questa edizione è stato ampliato il campo di indagine analizzando gli investimenti nelle comunità, con particolare rilevanza agli aspetti sociali, e grazie ad una nuova metodologia è stato effettuato un confronto diretto con le analisi del network globale Cecp (Chief Executives for Corporate Purpose), di cui Dynamo Academy è partner. Il campione della ricerca include 213 aziende (il 96% ha un fatturato superiore a 50 milioni di euro), distribuite in vari settori dall’industria manifatturiera ai servizi finanziari. Il campione Cecp è costituito da 134 imprese globali di grandi dimensioni, di cui 23 operanti in Italia.

Le imprese italiane agiscono in modo organizzato quando si parla di sostenibilità: il 59% ha istituito un comitato ad hoc, il 44% redige un piano strategico che nel 67% dei casi si ispira agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Per quanto riguarda gli impegni concreti sotto il profilo ambientale il 45% ha come obiettivo la riduzione nelle emissioni di CO2, e il 33% lo associa ad “un anno target”. A livello globale, il 75% delle aziende ha fissato obiettivi di riduzione nelle emissioni CO2. Con riferimento alla sostenibilità “esterna”, il 78% considera comunità e territorio come effettivi stakeholder di riferimento, e si relaziona con donazioni in denaro, di beni e servizi, progetti e partnership. Gli investimenti complessivi sono 635 milioni di euro, con valore aggiunto medio distribuito per azienda di 3,27 milioni. Si tratta di contributi a associazioni benefiche, ong e istituti di ricerca, fondi a sostegno delle infrastrutture per la comunità, costi diretti dei programmi sociali, inclusi eventi artistici e educativi. Rispetto ai temi di investimento, in pole position sono Cultura e Sport (67%), assistenza sociale (53%), ricerca e sanità (52%), istruzione (48%), coesione sociale (45%). Le erogazioni liberali, con importo totale 103 milioni, sono rendicontate da 58 aziende, le sponsorizzazioni, messe a bilancio da 29 aziende, hanno importo complessivo di 140 milioni. Sono 61 infine le aziende (29%) che hanno costituito una Fondazione erogando complessivamente 78,9 milioni. Per quanto riguarda il volontariato, solo il 22% del campione lo rendiconta, dichiarando di realizzare programmi specifici. Per il campione internazionale, il 57% delle aziende sposa programmi di volontariato aziendale retribuiti. Tra le evidenze dalla ricerca internazionale, si rileva che il 67% delle imprese ha incrementato gli investimenti per il benessere dei dipendenti, soprattutto in termini di Diversità, equità e inclusione, aspetti non indagati in modo diretto nella rilevazione italiana.

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