mercoledì 4 maggio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
«Le piramidi sono apparse nello stesso momento in Messico, Egitto e Indonesia, in un’epoca in cui Internet non esisteva. Per questo crediamo nei frattali, nella conoscenza scalabile e riproducibile. Mai come adesso, col potere della rete, siamo parte di continui scambi, dove tutto è conoscenza. Incanalarla, clusterizzarla e dargli una storia per trasformare quell’intuizione in un prodotto al 100% vendibile è il nostro compito». Potrebbe essere sintetizzata in queste poche righe l’idea che anima Fractals, la società milanese che studia i fenomeni di consumo per trarne insight e atteggiamenti suscettibili di diventare di larga adozione nei prossimi anni. Ideata nel 2011 da Irene Festa e Nausica Montemurro, due giovani imprenditrici specializzatesi rispettivamente nel fashion forecasting e nel digital environment, questa società si basa su una metodologia di ricerca chiamata 'divination' (aka scienza della divinazione): prevedere i fenomeni di consumo usando un indicatore molto snello e piccoli set di dati messi a confronto tra loro, in netto contrasto con la filosofia dei big data. La loro idea si basa sul concetto di frattale: «Crediamo da sempre che il piccolo rifletta il grande e viceversa, pertanto siamo giunte alla conclusione che se un fenomeno sociale o di consumo coinvolge una porzione anche piccola di società, ma nello stesso momento e in diverse parti del mondo, questo sia già un indicatore della sua possibile evoluzione verso i caratteri di universalità e adozione massiva» spiegano le fondatrici secondo cui «divinare, anziché predire, vuol dire scommettere su un fenomeno di cui si avverte il potenziale d’adozione molto prima che questo accada e far sì che i clienti abbiano il tempo di intervenire con prodotti e campagne ad hoc». Come avviene questo in concreto? «Riceviamo ogni giorno da cinquanta diverse zone del mondo un centinaio di segnalazioni su fenomeni e notizie interessanti riguardanti i principali settori di consumo: un desk team, con specifiche competenze in base ai diversi mercati, le clusterizza e ne rintraccia la similarità rispetto ad una serie di parametri, alla ricerca di quel sentire comune che nel nostro lavoro definiamo trend. Questi orienteranno poi le consulenze che diamo ai nostri clienti sul medio e lungo periodo in merito a come e dove muovere i loro prossimi passi in ambito marketing, prodotto o comunicazione». La società che attualmente opera in Europa, principalmente in Italia e in Svizzera, è da poco sbarcata anche nell’area del Brasile e nei prossimi anni punta a crescere anche attraverso una piattaforma di trend crowdsourcing che vuole essere un vero e proprio gioco, in grado di alfabetizzare chiunque a diventare un trend-researcher. «Abbiamo già presentato il progetto lo scorso anno in due conferenze internazionali, a Las Vegas e a Dublino» concludono le fondatrici rivelando di aver «ricevuto l’attenzione di un paio di aziende importanti con cui progettare il futuro». © RIPRODUZIONE RISERVATA N. Montemurro e I. Festa
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: