venerdì 1 ottobre 2021
Tra il 2021 e il 2022 avremo un recupero di 531mila posti. Nhrg apre nuove filiali e amplia il proprio organico. Mentre Quanta annuncia 1.000 assunzioni per gli enti locali entro la fine dell'anno
Anche le Agenzie per il lavoro contribuiscono alla ricerca di personale qualificato

Anche le Agenzie per il lavoro contribuiscono alla ricerca di personale qualificato - Archivio

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Dopo un’inversione di tendenza iniziata i mesi scorsi, nel 2022 è prevista una più decisa crescita dell’occupazione, che riporterà i livelli vicini a quelli pre-Covid. Tra il 2021 e il 2022 avremo un recupero di 531mila posti di lavoro, un rimbalzo che però non consentirà di colmare per intero il divario di posti persi nel 2020 (-622mila). Il numero di occupati nel 2022, quindi, sarà pari a 23,2 milioni, di 91mila unità al di sotto dei livelli occupazionali del 2019. A fronte di questi dati, il tasso di disoccupazione, dopo un picco del 10,7% nel primo trimestre 2021, tornerà a scendere, chiudendo il 2022 al 9,2% (al di sotto del 2019), anche grazie a un numero più alto di inattivi. Senza le misure prese per mitigare gli impatti della crisi, la perdita occupazionale avrebbe toccato 1,2 milioni di lavoratori a fine 2021, con un recupero solo parziale che avrebbe portato il gap di occupati a -800mila a fine 2022. Nel 2022, le imprese medio-grandi avranno recuperato i livelli occupazionali pre-Covid, mentre alle piccole aziende con meno di 10 addetti mancheranno ancora 110mila addetti. Le perdite si concentreranno soprattutto nei servizi, con una perdita stimata in 107mila addetti. Diversi i mercati in controtendenza: tra quelli in cui si prevede la maggiore crescita del numero di addetti, la filiera chimico-farmaceutica, i settori hi tech alcuni mercati che potrebbero beneficiare degli incentivi del Pnrr, come le costruzioni. In termini assoluti, la ristorazione è invece il settore con la maggiore perdita prevista, con 86 mila addetti in meno tra 2022 e 2019. Sono questi i dati che emergono dall’indagine sul mercato del lavoro elaborata da Cerved in collaborazione con Lhh. «La pandemia non ha fatto altro che esacerbare segni di debolezza del mercato del lavoro già presenti nel nostro Paese che a fine 2019 faceva registrare un tasso di occupazione più basso rispetto agli altri Paesi europei (60% contro una media del 73%) - spiega Cristiano Pechy, Country Manager di Lhh Italia -. Superiore nel nostro Paese anche la quota di Neet, under 24 che non lavorano e non studiano (26% contro una media Ocse del 14%), l’occupazione femminile (ferma al 50,7% contro una media europea del 63%) e il forte peso della disoccupazione a livello territoriale che nelle regioni del Sud schizza al 17,6%. Fatte queste premesse, è doveroso evidenziare due elementi che caratterizzano l'andamento delle previsioni: da un lato il numero di inattivi che nel 2022 continuerà a essere anomalo. Dall’altro l’impatto differenziato della crisi su settori e dimensioni aziendali. Per la costruzione di un mercato del lavoro flessibile e resiliente anche in tempi di crisi è indispensabile continuare a lavorare su occupabilità e formazione delle risorse, strappando letteralmente dall’inattività giovani e donne su cui ha pesato maggiormente la pandemia».

I maggiori settori per crescita attesa dell'occupazione sono ad alto contenuto tecnologico: le tecnologie di supporto alle telecomunicazioni, con un incremento di 3mila addetti (+13,6%), i servizi informatici che con un aumento di 36mila unità tra 2019 e 2022 (+9,2%) offrono il maggiore contributo alla ripresa dell'occupazione. Sostenuta anche la crescita nelle specialità farmaceutiche (+6,8%), nelle macchine per la metallurgia (+6%) nella microelettronica (+5,4%) e nelle costruzioni (+4,9%).

Le Agenzie per il lavoro avranno un ruolo fondamentale nella ricerca di personale, anche per colmare il divario tra domanda e offerta e la carenza di competenze: sono oltre 233mila, infatti, i profili introvabili dalle imprese. «La ripresa del mercato del lavoro - sottolinea Gianni Scaperrotta, amministratore delegato di Nhrg - ci impone di raccogliere le nuove sfide e di essere sempre al passo con la crescita. Speriamo, per questo, di poter contare presto su nuovi colleghi, pronti a rafforzare il nostro team e aiutarci ad affrontare tutte le richieste che ci provengono, soprattutto, dai settori: Alimentare, Automotive, Logistica, Metalmeccanico, Moda e Lusso». Dopo l’apertura di filiali a Lanciano, Lignano Sabbiadoro, Vicenza e Padova, l’Agenzia prevede di aprirne altre nei prossimi mesi e quindi di ampliare il proprio organico. Attualmente sono sette i profili ricercati urgentemente: due key account manager Nord e Centro-Sud (Milano e Roma); tre branch manager (Milano, Bologna, Roma); 2 Hr consultant (Torino e Lanciano). Per approfondire i dettagli dei profili ricercati e inviare il proprio cv è sufficiente andare sul sito www.nhrg.it nella sezione offerte di lavoro (Offerte di lavoro – Lavora in Nhrg).

Mentre grazie alle innovazioni per lo snellimento delle procedure di selezione in risposta alle novità introdotte dal cosiddetto decreto Reclutamento, Quanta Spa - società sotto il controllo dell’Agenzia per il lavoro Openjobmetis Spa - nel corso del 2021 ha già gestito numerosi concorsi pubblici che hanno portato all’assunzione a tempo indeterminato di più di 600 figure professionali tra profili direttivi (10%), amministrativi (25%) e tecnici (65%). Entro fine anno, la Divisione Pa di Quanta stima altri 1.000 inserimenti, mentre per il 2022 prevede che i nuovi inserimenti nell’organico dell’amministrazione pubblica, a più livelli, tocchino quota 2mila. «L’esperienza consolidata nel corso della nostra storia ci ha consentito di farci trovare subito pronti fin da quando, da più parti e a più livelli, si è cominciato concretamente a parlare di piano di reclutamento all’interno della "macchina dello Stato", sia nella sua struttura centrale che nelle sue derivazioni locali, nei più svariati ambiti di amministrazione – conclude Mario Frascione, direttore commerciale della Divisione Pa di Quanta -. Gli enti locali ci chiedono velocità e snellimento delle procedure, ma anche criteri di valutazione innovativi e finora inediti nel campo della selezione pubblica. Noi possiamo garantire un tempo medio di conclusione dell’iter non superiore ai tre mesi, come dimostrano i numeri di quanto fatto in questo ultimo anno. Va però sottolineato che il rispetto di tempi rapidi genera valore solo se accompagnato da altre innovazioni funzionali a garantire una qualità globale della selezione, che poi si riflette sul buon funzionamento dell’amministrazione pubblica: per esempio, sempre più commissioni giudicanti ci chiedono di prevedere tra i criteri di valutazione anche gli aspetti motivazionali e psico-attitudinali finora sottovalutati se non addirittura ignorati nell’assegnazione degli incarichi». Per maggiori informazioni: www.quanta.com.





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