venerdì 17 febbraio 2017
Uno degli obiettivi Onu è che le Borse elaborino delle linee guida per aiutare le società quotate a rendicontare sui fattori sociali, ambientali e di governance. Piazza Affari molto attiva.
Operatori di Borsa

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La rendicontazione della sostenibilità sociale e ambientale delle imprese è entrata nell’età dell’oro. In un tempo relativamente breve, infatti, il riconoscimento pubblico della sua importanza ha registrato una vera escalation. Nell’Unione europea è appena entrata in vigore una direttiva che impone la rendicontazione di sostenibilità alle grandi imprese. La task force istituita dal G20 (e presieduta da Michael Bloomberg), all’interno del Financial stability board, per le comunicazioni finanziarie legate al clima, ha pubblicato a dicembre le prime raccomandazioni che guidano le imprese a dare informazioni in merito all’impatto del cambiamento climatico sulla propria attività.

Trasversalmente stanno agendo i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile lanciati dall’Onu nel 2015, che sempre più sembrano porsi come fattore di armonizzazione fra i vari modelli e standard di rendicontazione. E obblighi di rendicontazione dell’impatto sociale prodotto, per l’Italia, sono stati imposti alle neonate società benefit (sb), introdotte con la legge di Stabilità 2016. Un ruolo centrale in questa accelerazione è quello che hanno le Borse attraverso la Sustainable Stock Exchanges Initiative (Sse) lanciata in ambito Onu. Uno degli obiettivi è che le Borse del mondo elaborino delle linee guida per aiutare le società quotate a rendicontare sui fattori sociali, ambientali e di governance (Esg, nell’acronimo in inglese). Borsa Italiana è fra quelle che si erano formalmente impegnate in questi ultimi anni a centrare l’obiettivo e la settimana scorsa, insieme al London Stock Exchange Group (Lseg) di cui fa parte, ha presentato la guida al reporting Esg per le società quotate. Una guida "specificamente dedicata al miglioramento del dialogo e dei flussi informativi tra società emittenti e investitori", ha commentato Raffaele Jerusalmi, A.d. di Borsa Italiana.

La guida (2.700 le società quotate sui mercati del Lseg a cui è stata inviata) ha fra le finalità quella di consentire agli investitori di prendere decisioni d’investimento più consapevoli. E questo è un punto fondamentale: non sono più solo gli investitori dichiaratamente sostenibili o responsabili, infatti, a pretendere informazioni Esg, ma tutti gli investitori. Il motivo è che la sostenibilità è ormai entrata in circolo, nei mercati finanziari e li ha contaminati al punto che non possono più farne a meno. Non è per caso che Maurizio Agazzi, D.g. del Fondo pensione Cometa e presidente del Forum per la Finanza sostenibile, spiega nella guida come il fatto di prendere in considerazione i fattori Esg sia il modo migliore per assolvere al dovere fiduciario nei confronti degli iscritti, proteggendo il risparmio previdenziale da ogni tipo di rischio.

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