sabato 28 novembre 2020
In Italia lavorano ormai decine di piattaforme per il "donation crowdfunding": ecco una mappa dei principali attori che aiutano a finanziare i progetti positivi per la società e l'ambiente
La raccolta fondi 2.0 si fa sempre più sociale

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Il crowdfunding non ha più bisogno di molte presentazioni. Sono ormai diversi anni che lavorano in Italia decine di piattaforme che aiutano aziende o altre organizzazioni a raccogliere fondi su Internet per i loro progetti. Secondo l’ultimo rapporto realizzato dal Politecnico di Milano, il totale storico del crowdfundingin Italia con piattaforme di prestiti ( lending) o di acquisto di quote societarie ( equity) ha superato quest’anno i 900 milioni di euro. È in fortissima crescita anche la realtà del real estate crowdfunding: società che raccolgono online tra i piccoli investitori fondi da investire in progetti immobiliari.

Fuori dai tradizionali radar degli analisti di queste innovative forme di investimento cresce però anche il donation crowdfunding, quello delle raccolte fondi che non danno nulla in cambio, se non la soddisfazione di partecipare a un progetto positivo o una ricompensa (il reward) dal valore solo simbolico. È una realtà che esiste da tempo, anche da prima che nascesse il gigante americano Kickstarter, la più famosa piattaforma al mondo del crowdfunding , attiva dal 2009. Produzioni dal Basso, la prima piattaforma italiana di donazioni crowdfunding, ha aperto nel 2005 sull’intuizione del milanese Angelo Rindone, allora solo 21enne.

Quest’anno, con l’emergenza Covid-19, Rindone ha visto crescere enormemente la domanda per organizzare raccolte fondi sulla sua piattaforma. «Con la pandemia molte associazioni e organizzazioni non profit hanno vissuto un processo di “digitalizzazione forzata” simile a quello attraversato da milioni di lavoratori dipendenti – spiega il manager –. I lavoratori hanno dovuto imparare a usare gli strumenti per fare lo smart working, il non profit ha dovuto studiarsi il crowdfunding, perché altri sistemi di raccolta fondi come i banchetti, le giornate solidali o le giornate di quartiere non erano più possibili».

Non è un passaggio scontato. Per costruire una campagna di raccolta fondi online efficace non basta chiedere i soldi: bisogna sapersi raccontare, aggiornare il pubblico su quello che si sta facendo, coinvolgerlo con i social. «Le infrastrutture per raccogliere donazioni ci sono: il tema vero è costruire impianti e flussi sociali che abilitino e aiutino processi » spiega Rindone, che ha anche fondato una società benefit che si occupa di crowdfunding per investimento, FolkFunding. Il fondatore di Progetti dal Basso – che dalla nascita ha raccolto 14,3 milioni di euro per 5.625 progetti – segnala alcune novità significative di questi mesi: «Da un lato sono cresciute le raccolte fondi per progetti territoriali, che incidono sulla vita di un quartiere, a volte anche solo di una strada. Un tipo di progetto che c’era anche prima, ma in maniera marginale. Dall’altro sono molto aumentate le “iniziative speciali” portate avanti da banche, fondazioni, aziende, anche Comuni. Poi c’è stato un miglioramento della comunicazione dei progetti, anche perché le persone e le associazioni hanno avuto più tempo per studiare la loro attività digitale. Infine sono aumentate le donazioni: dalle circa 50mila del 2019 quest’anno supereremo le 70mila donazioni, stanno partecipando anche persone che fino a pochi mesi prima non conoscevano questa realtà».

RERE Oggi in Italia sono attive diverse piattaforme che permettono di raccogliere donazioni attraverso il crowdfunding. È operativa dal 2011 Rete del Dono, fondata da Valeria Vitali e Anna Maria Siccardi per sostenere il non profit e arrivata a oltre 13 milioni di euro di raccolta totale. Da otto anni lavora anche DeRev, fondata da Roberto Esposito, che nel 2015 ha aiutato la Città della Scienza di Napoli a raccogliere 1,5 milioni di euro per ripartire dopo l’incendio del 2013. Nel 2017 ha aperto i suoi uffici italiani la francese Ulule, seguita quest’anno da un altro operatore francese, iRaiser.

Tre anni fa Intesa Sanpaolo, il primo gruppo bancario del Paese, ha scelto di proporre la sua soluzione per le raccolte in crowdfunding. È nata così For Funding, piattaforma che in tre anni di attività ha ospitato 212 progetti non profit di 174 enti del Terzo settore. La raccolta fondi tramite For Funding è gratuita, il team della piattaforma analizza e seleziona le proposte delle organizzazioni non profit secondo criteri di utilità sociale, sostenibilità economica, caratteristiche oggettive dell’organizzazione.

In questi tre anni Intesa ha introdotto diverse innovazioni a questo tipo di servizio.Dal 2019 ha aggiunto Terzo Valore, dando la possibilità di raccogliere – a fianco delle donazioni – anche “prestiti di comunità”, finanziamenti a tassi significativamente minori di quelli del classico canale bancario. Affiancando i prestiti alle donazioni si aumenta la capacità di raccolta fondi: i progetti su For Funding hanno raccolto fino ad oggi 11 milioni di euro di donazioni e 23,4 milioni di prestiti di comunità. La scorsa estate, attraverso un accordo con Mastercard, è stata introdotta la possibilità di fare donazioni da 1 euro quando si fa un prelievo a uno degli 8mila sportelli Atm di Intesa Sanpaolo. Il primo progetto destinatario di questi fondi è quello degli Empori della Solidarietà di Caritas Italiana, i luoghi in cui Caritas distribuisce gratuitamente cibo alle famiglie bisognose. Partito a marzo per raccogliere 1,5 milioni di euro entro fine dicembre, il crowdfunding del progetto Caritas ha superato in anticipo il traguardo.

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