venerdì 1 aprile 2016
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MILANO «Dare più servizi sociosanitari senza far lievitare la spesa pubblica si può. Come? Riorganizzando il sistema di Welfare e di assistenza primaria: spostando l’1% delle risorse dalla sanità al sociale e offrendo sul territorio una rete di servizi poliambulatoriali o a domicilio che da un lato decongestionino gli ospedali e dall’altro siano all’altezza delle esigenze dei cittadini utenti a parità di costo per lo Stato». È la proposta che emerge da «Welfare in progress» il convegno organizzato da Confcooperative e dalle due federazioni di settore impegnate nel welfare sociosanitario, Federsolidarietà e FederazioneSanità ieri alla sala Aldo Moro della Camera dei Deputati con i ministri Poletti e Lorenzin. «Il modello di welfare tradizionale rischia di crollare sotto il peso dell’andamento demografico e della sostenibilità economica», ha sottolineato il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, «È irrimandabile – ha continuato Gardini – la necessità di organizzare una rete di assistenza primaria sul territorio dalla quale si possono ottenere tre vantaggi: rispondere meglio ai bisogni; contenere la spesa pubblica; decongestionare le strutture ospedaliere». «Un ricovero ospedaliero costa mediamente tra i 700 e gli 800 euro al giorno a persona. Con le stesse risorse si possono assistere 10 persone fuori dagli ospedali – ha spiegato Giuseppe Milanese presidente di FederazioneSanità - Confcooperative –organizzando una rete di assistenza sul territorio in grado di garantire più servizi, senza per questo fare aumentare i costi, migliorando le prestazioni e creando nuova occupazione». Confcooperative propone quindi, riprendendo Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà, «la via cooperativa al welfare come soluzione che affianca il pubblico sempre più in affanno: cooperative sociali, medici, infermieri, farmacisti, mutue. Una molteplicità di professioni in grado di prendere in carico i bisogni delle persone, un nuovo servizio di welfare a cui il cittadino utente può fare riferimento sul territorio e che già opera per soddisfare le esigenze tanto che oggi questa cerniera multiprofessionale eroga servizi a 7.000.000 di persone». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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