sabato 30 aprile 2016
​Giuseppe Guzzetti presenta Cariplo Factory: opportunità d'impiego per 10mila under 35. «Il fine ultimo del Fondo Atlante è quello di tutelare famiglie e imprese» (L. Mazza)
IL PROGETTO Cariplo Factory: la nuova fabbrica della creatività
Guzzetti (Cariplo): «La priorità restano i giovani»
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Ci sono le sofferenze dei giovani in cerca di quegli sbocchi occupazionali che spesso non si riescono a trovare malgrado anni di studio e di sacrifici. E poi ci sono pure le sofferenze bancarie, che non ricadono soltanto sugli istituti di credito nazionali, ma hanno conseguenze negative soprattutto sull’economia reale, frenando ancora di più la liberazione di risorse per le famiglie e le imprese.  Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo e dell’Acri, ha vissuto ieri una doppia giornata piena d’orgoglio e di coerenza: da una parte è stato lanciato il progetto di Cariplo Factory (con cui si punta a dare un’occasione di lavoro a 10mila giovani nei prossimi tre anni) e dall’altra è stato presentato ufficialmente Atlante (ovvero il veicolo studiato per aiutare a risolvere le principali criticità del sistema bancario, che si ritrova sul groppone un’enorme mole di crediti deteriorati da piazzare sul mercato a un prezzo congruo). Il protagonista di entrambe le iniziative, alla vigilia della giornata della festa del lavoro, ha messo in correlazione i due schemi d’intervento: «Con il primo daremo un’opportunità di impiego ai nostri giovani, mentre il fine ultimo di Atlante è quello di tutelare le famiglie e le imprese». L’architetto del nuovo fondo privato gestito dalla società Quaestio sgr, ha espresso anzitutto tutta la sua soddisfazione per il programma cucito su misura per le ambizioni lavorative della generazione più penalizzata dalla Grande Crisi: «Costruiremo un polo che unisce le potenzialità del non profit e del profit. Fondazione Cariplo impegnerà 10 milioni di euro, con l’obiettivo di raddoppiarli, almeno, grazie all’apporto di ulteriori investitori, visto che vogliamo essere un catalizzatore di risorse. Si parte quindi con il fondamentale coinvolgimento di player come Fastweb e Microsoft e con l’importante apporto di Terna e Novartis. Si tratterà di una grande casa dedicata  alla creatività dei giovani messa a disposizione dal Comune di Milano negli spazi del- l’ex Ansaldo. Questo luogo diventerà il punto di atterraggio per progetti di innovazione, per lo sviluppo di start up, quindi si creeranno migliaia di opportunità di impiego. Certo, occorre che i destinatari dell’iniziativa abbiano voglia di mettersi in gioco». Poi il discorso si è spostato dal veicolo nato per dar forma alle idee dei giovani a quello immaginato per sciogliere i nodi del sistema bancario. «Purtroppo la moda italiana è quella di sparare a zero su ogni meccanismo innovativo – sostiene Guzzetti –, ma a dispetto di alcune perplessità emerse da più fronti sono convinto che Atlante sia uno strumento estremamente valido. Funzionerà. E ribadisco che, oltre a stabilizzare il sistema bancario, serve ad evitare che i risparmi delle famiglie vadano in fumo». Insomma, uno schema win-win, si potrebbe dire con un inglesismo. Qual è il significato di lanciare il progetto Cariplo Factory proprio alla vigilia della festa del primo maggio e in occasione del 25esimo compleanno di Fondazione Cariplo?Da sempre abbiamo dedicato particolare attenzione ai giovani, con progetti destinati ai ricercatori (oltre duemila persone coinvolte) e dando occupazione a migliaia di under 35 nelle imprese culturali e in quelle green. Oggi abbiamo un occhio di riguardo anche per i Neet, ovvero per quei ragazzi che non studiano né lavorano. La Cariplo Factory è la sintesi perfetta di un percorso che ha radici lontane nel tempo. È la più grande iniziativa sul fronte del lavoro che potevamo immaginare, la perfetta chiusura di un cerchio di esperienze già avviate e di relazioni costruite con grandi aziende: un luogo fisico che sia la casa dell’innovazione e della creatività d’impresa, in modo da poter creare circoli virtuosi a livello occupazionale. Assieme a importanti realtà industriali faremo in modo di fornire il capitale necessario a far partire questo ecosistema, nella speranza che in futuro abbia la forza di autofinanziarsi e stare in piedi con le proprie gambe. Il primo maggio è una giornata simbolo per presentare questo progetto. La festa del lavoro è anche il momento migliore per far capire il valore più profondo di Atlante. Risulterà efficace anche se si tratta di un fondo esclusivamente privato? Dopo il primo closing in cui era importante raggiungere la soglia minima di 4 miliardi, la dotazione salirà probabilmente anche oltre quota 5 miliardi. Deve essere necessariamente tutto privato, perché diversamente saremmo andati a sbattere contro la normativa europea sugli aiuti di Stato ed Atlante si sarebbe fermato ancora prima di partire. Poi è chiaro che questa iniziativa si regge su tre gambe. Quali? La risoluzione delle crisi bancarie (che si può identificare nei due casi di Popolare di Vicenza e Veneto Banca), lo smaltimento delle sofferenze e il decreto che il governo si è impegnato a varare sulla riforma delle procedure fallimentari per accelerare il recupero dei crediti. Non deve mancare neanche una di queste tre gambe, altrimenti il tavolo non sta in piedi. Il problema numero uno del settore, però, è quello delle sofferenze. Come si è potuti arrivare a questo punto? Sicuramente questa è la palla al piede più pesante delle nostre banche. Finora, a fronte della necessità degli istituti di alleggerirsi di questo fardello, molte banche erano in una condizione di debolezza rispetto a fondi internazionali che avevano un potere contrattuale fortissimo nel prendersi quei crediti a valore di saldo. Ora finirà l’era in cui le società straniere si prendono le sofferenze delle nostre banche a prezzi stracciati. Che cosa cambierà con Atlante? E quale sarà il prezzo delle sofferenze? Il mercato è fatto di domanda e offerta. Se fino ad adesso si privilegiava la seconda a discapito della prima, col fondo si porteranno fuori queste sofferenze a valore di carico o giù di lì (cioè al prezzo in cui sono state segnate a bilancio dalle banche al netto delle svalutazioni già avvenute, ndr). Un contributo importante al fondo Atlante arriva anche dalle Fondazioni. Come si spiega un sostegno tanto significativo di questi enti al veicolo?Normalmente vengono tirate in ballo per polemizzarci contro, ma quando bisogna mettere in campo iniziative di sistema si ricorre sempre alle Fondazioni. Questa operazione è coerente da tanti punti di vista. Siamo di sostegno al sistema economico, al territorio, concorriamo a evitare ulteriori problemi che alla fine colpirebbero le famiglie, e ancora una volta a cascata i giovani di quei nuclei. Sono tanti gli elementi che hanno portato a un impegno complessivo di questi enti di 500 milioni di euro. Anzitutto si tratta di un’operazione che serve al Paese. Poi la società Quaestio sgr assicura un rendimento di circa il 6%, cioè una percentuale niente affatto trascurabile in questi tempi. Infine, quasi tutte le Fondazioni hanno delle quote di minoranza nelle banche, per cui se si invertirà il trend che ha visto flessioni drammatiche delle quotazioni di questi istituti da inizio 2016 (in alcuni casi anche del 50%) ci sarà un vantaggio pure per i soggetti del nostro sistema. Lavoro, giovani, tutela delle famiglie e del tessuto produttivo. Saranno questi i capisaldi di Fondazione Cariplo e del presidente Guzzetti anche per il futuro? L’impegno in queste aree si può declinare in tanti modi, anche con strumenti come Cariplo Factory e Atlante. Resta un fatto, me lo lasci dire: pubblico, privato e privato sociale rimangono sempre un triangolo virtuoso. Lo sosteniamo da 25 anni, continueremo a ripeterlo.
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