lunedì 24 aprile 2017
Per la Bundesbank la crescita tedesca oggi è vigorosa, ma le poche nascite e l'invecchiamento della popolazione presto faranno rallentare l'economia
La Germania che invecchia dimezza il Pil. Un allarme per tutta Europa
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Se le le cose vanno bene in Germania è un buon segno per l’Europa, perché quando la locomotiva incomincia a tirare tutti i vagoni si mettono in movimento. Ma come può viaggiare un treno sempre più vuoto, con sempre meno passeggeri e sempre più anziani? Potremmo leggerli così i dati sull’economia tedesca, quelli che riguardano la vigorosa ripresa in atto in questi mesi, ma anche quelli che raccontano di un Paese che a causa del declino demografico nei prossimi anni rischia di viaggiare con il freno tirato, se non peggio.

Ieri la Bundesbank ha offerto un quadro sul quale ci sarebbe da riflettere molto come europei. I primi tre mesi dell’anno dovrebbero infatti vedere un Pil in crescita dello 0,7% in Germania, più dello 0,4% degli ultimi tre mesi 2016. L’accelerazione si deve in particolare all’industria e ai consumi privati, ma è andato bene anche l’export, mentre la disoccupazione è scesa ai minimi. Nel suo bollettino mensile la Banca centrale tedesca insiste molto sul buon umore dei consumatori dovuto al momento felice del mercato del lavoro, considerato che negli ultimi anni era stato questo un importante fattore di fragilità. E a conferma del momento positivo ieri è arrivato anche l’indice Ifo che misura la fiducia delle imprese, balzato in aprile oltre ogni previsione a 112,9 punti, mezzo punto in più rispetto a marzo.

Tutto bene, insomma, se non fosse che la frenata è lì, dietro l’angolo. E per motivi strutturali, cioè non facili da rimuovere: le poche nascite, l’invecchiamento della forza lavoro e il calo della popolazione. Tra soli 4 anni, cioè dal 2021, secondo gli economisti della "Buba" il tasso di crescita potenziale passerà dall’1,25% allo 0,7%.

Il problema è noto da tempo, anche se va interpretato. Con 600 euro di spesa annua pro capite la Germania è tra i Paesi che più spendono alla voce "famiglia e natalità" (l’Italia è a poco più di 400 euro), il tasso di fecondità è molto basso, ma negli ultimi anni ha continuato a salire fino a 1,5 figli per donna (1,35 in Italia), mentre il saldo migratorio nel 2015 è stato positivo per ben 1,1 milioni di persone. Eppure di recente anche la Cancelliera Angela Merkel ha lanciato un chiaro allarme legato al fatto che nei prossimi 16 anni la Germania dovrebbe perdere circa 15 milioni di abitanti (oggi sono poco più di 82 milioni).

A differenza di Paesi come l’Italia, dove il problema è persino più serio, sorprende come la Germania affronti con chiarezza questo argomento, fornendo cifre e previsioni precise sui rischi dell’inverno demografico. Una stagione di gelo che inevitabilmente interesserà tutti i vagoni europei, non solo la locomotiva.

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