sabato 14 ottobre 2017
Eccellenza agroalimentare in Basilicata. Lo stabilimento della Ferrero sorto dopo il terremoto dell'80 dà lavoro a 300 persone
L'ingresso della Ferrero a Balvano

L'ingresso della Ferrero a Balvano

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Tradizione e innovazione vanno a braccetto qui a Balvano (Potenza). Nel profondo Sud la merendina è il fiore all’occhiello non solo della Ferrero, ma di tutta l’industria agroalimentare italiana. Dopo il terremoto del 1980, il capostipite Pietro si commosse per i tanti morti causati dal sisma del 1980 e decise di costruire lo stabilimento in questo paese del Potentino, ricordato anche per un disastro ferroviario avvenuto nel 1944, oltre che a Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino). I tecnici della Ferrero – dopo una serie di verifiche – optarono per la Contrada San Potito, a 860 metri sul livello del mare: qui la qualità della lievitazione fu ritenuta migliore. La fabbrica delle merendine si estende su 77mila metri quadrati (30mila coperti) e ha iniziato a produrre nel 1987. Sono oltre 300 gli occupati (circa il 25% donne) a cui va aggiunto l’indotto. Sono in maggioranza lucani, orgogliosi di lavorare in una multinazionale che ha ridato fiducia e speranza a questo territorio così martoriato. In quasi 30 anni di attività, non c’è stato un giorno di sciopero. Ogni minuto si producono 5.800 merendine destinate al mercato italiano.

I prodotti da forno sono consumati da 21 milioni di adulti e ritenuti i più innovativi per sette italiani su dieci. Tanto che ogni anno 20 milioni di euro sono investiti in ricerca e sviluppo, pari al 2% del fatturato. A fronte di un calo negli investimenti globali del 2,5% (dati Mediobanca 2017 sui bilanci di 2.065 società italiane) il settore dolciario nel suo complesso si è comportato decisamente meglio, segnando un +17% , con un incoraggiante +25% in un solo anno (2016 rispetto a 2015). In questo contesto di ripresa anche il comparto delle merendine vive il suo fermento. Forti anche di una prospettiva che vede un futuro di espansione globale per questi prodotti: dal 2016 al 2021 secondo uno studio Reserch and Markets il mercato dei prodotti da forno raggiungerà i 530 milioni di dollari, con grandi opportunità di crescita in Europa, in Nord America, ma anche in India, Cina, Brasile, Argentina e Sudafrica. Previsioni e prospettive che fanno sorridere Aidepi, l’Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiana, che rappresenta circa l’80% del mercato: 130 imprese aderenti, con Barilla, Bauli e Ferrero che fanno la parte del leone. Sono 36mila gli addetti in 220 unità produttive dell’industria dolciaria; 7.500 occupati in 120 realtà produttive per la pasta. Il comparto vanta 17,9 miliardi di euro di fatturato (14% del fatturato dell’industria alimentare italiana), 5,8 miliardi di euro di esportazioni (19% dell’export dell’industria alimentare italiana). Insomma, le merendine sono a tutti gli effetti un’eccellenza italiana che fa della qualità e dell’innovazione i suoi principali fiori all’occhiello. Anche la filosofia che guida questo percorso risulta decisamente innovativa. Si comincia infatti a parlare di ricerca e innovazione responsabile proprio per indicare quegli investimenti che cercano di privilegiare ragioni e principi di ordine etico e sociale mettendole a monte del processo d’ideazione e progettazione delle nuove referenze. Nei laboratori delle grandi aziende, grazie agli investimenti in ricerca e sviluppo che ripartono, si stanno progettando merendine non solo seguendo i gusti dei consumatori, ma anche le loro esigenze etiche e di salute: si scelgono infatti materie prime di qualità, che rispettano il pianeta e la voglia di salute e benessere delle persone. Ma anche prodotti specifici per i bisogni di ciascuno: non solo con meno grassi, zuccheri e sale, ma addirittura con ingredienti dal diverso impatto metabolico o con maggiore presenza di fibre integrali o di ingredienti biologici o senza glutine. Una vera e propria rivoluzione. Per questo molte aziende danno meno importanza ai bilanci economici e sono più interessate all’impatto sulla sostenibilità, nella convinzione che solo percorsi virtuosi e in linea con lo spirito dei tempi potranno trovare riscontro e succes- so nei consumatori etici di oggi. Un altro elemento fondamentale è l’accurata selezione di materie prime di elevatissima qualità e filiere corte con sistemi di tracciabilità razionalizzati. Ogni prodotto presenta una porzionatura prestabilita e un’etichetta nutrizionale su cui è possibile leggere i contenuti calorici e nutritivi nel dettaglio, per poter quindi scegliere secondo le proprie esigenze. Ogni merendina inoltre è oggetto di un piano di sorveglianza specifico che consente di rintracciare in ogni momento il prodotto e la sua storia lungo tutta la filiera produttiva.

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