sabato 26 marzo 2016
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A giudicare dalle apparenze, la ricerca di informazioni specialistiche per i propri risparmi pare cannibalizzare ogni discussione sul benessere economico delle famiglie: come se preoccuparsi del calo dei mercati azionari o delle oscillazioni del prezzo del barile portasse qualche beneficio al cittadino. La quotidianità evidenzia uno scenario molto più privato: le famiglie, infatti, sono preoccupate del futuro dei loro figli, della difficoltà di mantenere rapporti affettivi nel tempo, della scarsità di sicurezza sul futuro e sulla gestione attuale degli imprevisti. Rannicchiate nel presente, molte famiglie italiane infatti attendono una quiete nei conti di casa che non è facile intravedere. Ancora meno chiaro è chi possa o debba aiutare le famiglie ad acquisire consapevolezza sui propri bisogni e sulle modalità di difesa e di sviluppo del benessere economico. Le risposte sono molte, diverse anche in funzione dei popoli e delle culture, nonché del sistema valoriale. Il primo attore da considerare è quello pubblico e qui le tendenze in atto sono due: la prima, che chiameremo 'responsabilizzazione individuale' consiste nella tendenza pubblica ad alleggerire il proprio ruolo ed a rendere i cittadini artefici del proprio destino, chiedendo di gestire i propri rischi economici mediante strategie orientate al mercato assicurativo e finanziario. La seconda, di segno opposto, cerca di ricostruire stabilità individuale e familiare unendo le componenti della società che possono proteggere i cittadini e facilitando la creazione di reti di protezione. I welfare che si concentrano sull’individuo sono maggiormente diffusi nel mondo anglosassone, storicamente orientato alle responsabilità del singolo. I welfare basati sulla rete sociale, invece, sono più diffusi nelle culture solidaristiche e mutualistiche; qui, le componenti della società chiamate a mettersi assieme sono la Pubblica Amministrazione, le Associazioni, le Imprese, il Terzo settore, la famiglia ed il mercato finanziario, assicurativo e previdenziale. Non basta tuttavia mettersi insieme per essere utili: importante è anche la finalità di tale rete; da qui alcune definizioni specifiche, che ci piace citare perché affolleranno i prossimi dibattiti sul cosiddetto 'welfare mix'. Esiste infatti un welfare societario, nel quale ciascuna componente della società di associa con le altre per trarne un beneficio, ed un welfare comunitario, nella quale le componenti della società si aggregano per migliorare le condizioni del destinatario, l’utente-cittadino. La distinzione non è di poco conto. In ogni caso, che si voglia restaurare un welfare basato sull’individuo, sullo Stato, sulla famiglia o sul mercato, oppure facilitare nuove reti solidaristiche di protezione e sviluppo, una riflessione complessiva si impone. © RIPRODUZIONE RISERVATA risparmio dietro le quinte
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