domenica 1 maggio 2016
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Rimettere la «dignità» dell’uomo al centro del lavoro ed evitare che il perdurare della crisi economica ponga in discussione i diritti è il centro del Messaggio per la giornata del 1° maggio della Commissione Episcopale per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace che Avvenire ha pubblicato integralmente lo scorso 22 aprile. I vescovi italiani chiedono in particolare strumenti di sostegno per le persone che perdono il posto e nuove opportunità per i giovani. «L’Italia – ricorda la Cei – non può continuare a sprecare l’intelligenza, il talento e la creatività dei suoi giovani, che emigrano nella speranza di essere accolti altrove». Il rilancio del lavoro in Italia non può che passare dal Meridione, aggiungono i vescovi, «una terra che nel corso dei decenni ha subìto un depauperamento economico e sociale tale da trasformare queste regioni in una seconda Italia, povera, sofferente e sempre più infragilita». Perché «senza un Meridione sottratto alla povertà e alla dittatura della criminalità organizzata non può esserci un Centro-Nord prospero». Certo, è la conclusione, «la strada è ancora lunga perché l’Italia è stata per troppo tempo ferma: è giunto il momento di ricominciare a camminare, nessuno escluso, mettendo in pratica quella 'ecologia integrale', che è la base del nostro stare al mondo».
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