sabato 19 maggio 2018
I consumatori: stangata media da 408 euro l'anno a famiglia
La benzina tocca quota 1,8 euro
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Verso un nuovo aumento dei prezzi dei carburanti. Non è una bella notizia per gli automobilisti. Ma le tensioni tra Stati Uniti e Iran stanno facendo alzare i costi della benzina e del gasolio. Le quotazioni del petrolio si riflettono infatti sul costo alla pompa. Per oggi e domani, intanto, i gestori di Figisc Confcommercio si aspettano un aumento «sensibile» dopo i ritocchi al rialzo applicati già la scorsa settimana. Maurizio Micheli, presidente nazionale dell’associazione, parla di «plausibili presupposti» per la crescita «attorno a un centesimo al litro in più».

Il Codacons calcola «una stangata media da 408 euro su base annua» a famiglia. Lo scorso 14 maggio il ministero dello Sviluppo economico ha aggiornato a quota 1,606 euro il prezzo medio della benzina praticato in Italia, i massimi dalla fine di luglio del 2015, con punte fino a 1,8 euro, mentre il gasolio è a salito a 1,483 euro. Figisc calcola che, in media tra 'self' e 'servito', a partire dal 10 maggio i prezzi sono aumentati di 1,5 cent al litro per la benzina e di 1,7 cent al litro per il diesel. Ipotizzando rincari, quindi quota 1,7 per la benzina e 1,5 per il gasolio – anche se sulla rete si registrano anche punte di 2 euro – i pieni rispettivi per una Fiat 500, che ha un serbatoio da 35 litri, costerebbero rispettivamente 59,5 euro e 52,5 euro. Per una Fiat Tipo, il cui serbatoio è di 45 litri, un pieno di benzina costerebbe 76,5 euro e uno di diesel 67,5 euro. Per chi volesse poi mettersi in viaggio con un’Alfa Romeo Giulietta, il cui serbatoio ha una capacità di 60 litri, un pieno di senza piombo sfonderebbe quota 100 euro, a 102 euro. Nel corso della settimana il greggio di riferimento Brent è aumentato ancora di 1,96 dollari al barile, con il cambio tra euro e dollaro in modesto deprezzamento. Se l’euro traballasse ancora, anche per i timori dei mercati sul governo italiano, e se le tensioni geopolitiche non si raffreddassero, è possibile attendersi nuovi aumenti. Il Brent viaggia in questi giorni a 80 dollari al barile e il petrolio statunitense Wti a 72 dollari. Si tratta di livelli che non si vedevano dal 2014. Figisc, che effettua il monitoraggio con Assopetroli-Assoenergia, afferma che «le imposte hanno inciso nella settimana sul prezzo finale della benzina per il 62,27% e per il 58,12% su quello del gasolio». Nel contratto di governo M5s e Lega affermano di voler «eliminare le componenti anacronistiche delle accise sulla benzina », che potrebbero valere però, a seconda dello sforzo, un buco per le casse dello Stato tra i sei e gli otto miliardi di euro, considerando i 25,7 miliardi di euro di entrate da accise nel 2017 (fonte Mef).

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