venerdì 3 marzo 2017
L’Italia si conferma al venticinquesimo posto su ventotto, peggio fanno solo Grecia, Bulgaria e Romania. In cima alla classifica ci sono i Paesi nordici
L'Italia digitale in coda al treno Ue
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Ancora una classifica in cui l’Italia è fanalino di coda. Questa volta parliamo del Desi, l’indice dell’economia e della società digitale, che misura la penetrazione della digitalizzazione e soprattutto dell’uso di Internet nell’economia e nella società degli stati membri dell’Ue. La Commissione Europea ha pubblicato i dati per il 2016. Come nell’anno precedente, l’Italia si conferma al venticinquesimo posto su 28, peggio fanno solo Grecia, Bulgaria e Romania. In cima alla classifica ci sono i paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Svezia), seguiti da Lussemburgo, Belgio, Regno Unito e Irlanda. La Germania è all’undicesimo posto, la Francia al diciassettesimo. "Il venticinquesimo posto per l’Italia non è accettabile - ha commentato il vice presidente della Commissione per il Mercato unico digitale, Andrus Ansip - sono stati fatti errori molti anni fa. I trend ora sono buoni e il mio consiglio è di continuare ad andare avanti e, se fosse possibile avere un po’ di velocità,
sarebbe la benvenuta".

In effetti qualche progresso in Italia c’è, soprattutto sul fronte delle connettività: la copertura di banda larga è ormai al 99%. Guardando nel dettaglio, però, si vede che solo il 67% degli italiani accede a Internet contro il 79% della media europea (siamo al 25° posto), ma siamo all’ultimo posto per utilizzo effettivo della banda larga (55% delle famiglie contro la media del 74%). Non basta, solo il 44% degli italiani ha competenze digitali di base (contro il 56% della media Ue), solo il 2,5% (contro la media del 3,5%) ha conoscenze specialistiche. Italia indietrissimo (penultimo posto) sul fronte delle attività effettuate via Internet (ad esempio il 60% degli italiani consuma news online contro la media Ue del 70%, solo il 41% fa shopping online contro la media del 66%). "La bassa performance del Paese nelle competenze digitali - avverte il rapporto - rischia di agire come un freno sull’ulteriore sviluppo della digitalizzazione della sua economia e società".

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