martedì 7 marzo 2017
La stabilità è un valore positivo per l’economia per il 77% degli intervistati. Per il 65% garantisce più investimenti e più lavoro
L'instabilità spaventa due aziende su tre
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La cronica instabilità politica danneggia le imprese e ha ripercussioni, ancorché indirette, sui loro bilanci. 400 imprenditori che hanno esposto le loro eccellenze nei giorni scorsi alla fiera Linea Pelle, la più grande al mondo nel settore, non hanno dubbi. La stabilità è un valore positivo per l’economia per il 77% degli intervistati. Per il 65% garantisce più investimenti e più lavoro. Ha un impatto psicologico su lavoratori e imprenditori per il 45% mentre secondo un non trascurabile 33% l’instabilità danneggia i bilanci delle aziende. Un consistente 68% è invece convinto che danneggi la reputazione internazionale dell’Italia. L’inchiesta, realizzata dall’agenzia di comunicazione di impresa Klaus Davi & Co., ha coinvolto i big ma anche le pmi del settore delle pelli e del lusso che hanno motivato diversamente i loro punti di vista.

Per Alessandro Iliprandi, titolare dell’azienda Bonaudo, «sono anni complicati nel mondo del lusso. L’incertezza, anche politica, ha un impatto non solo psicologico ma anche sui consumi. Se non abbiamo un governo forte paghiamo in termini di spread».

Sulla stessa linea Germano Ercoli, ad di Eurosuole: «Non è un buon segnale per il nostro Paese che numerose imprese europee, che stanno tornando in Europa, scelgano per i propri stabilimenti la Serbia o la Romania».

Secondo Ruggero Ruggeri, responsabile generale della Ipr spa, «viviamo in una condizione di incertezza tra mercato italiano ed estero».

Più positivo Claudio Marcolli, managing director di Swarovski Italy: «Ci distinguiamo per la straordinaria capacità di produrre oggetti di lusso con inventiva, originalità e affidabilità. Oggi Il consumatore è più attento alla qualità e, in quest’ambito, siamo masterclass. Se penso al Sistema Italia constato che manca una piattaforma che aiuti il made in Italy per le pmi, che sono il cuore, che hanno capacità, forza e che vanno valorizzate».

Per Davide Canciani, marketing director di Vibram, «le aziende del settore sono forti ma penso che le istituzioni potrebbero aiutarci in questa direzione».

«La debolezza politica ha anche ripercussioni a livello internazionale - osserva Loris Liciotti, direttore commerciale della Corplast spa -. Le sanzioni per il mercato russo per noi sono state devastanti».

Attendista Chiara Mastrotto, presidente del Gruppo Mastrotto, leader mondiale nella lavorazione conciaria: «Sarà un anno di difficili tensioni, ma anche di opportunità. Credo che il mercato statunitense sarà positivo. In Europa ci sono distretti più forti e altri più deboli».

Maddalena Belloni di Ifaba chiede alla politica di «ripristinare la vecchia legge Tremonti».

Per Luciano Polato, amministratore della Del Brenta srl, «poter contare su una piattaforma politica stabile per noi è fondamentale, poiché ogni giorno sperimentiamo e quindi rischiamo».

Chiude Giovanni Russo, vicepresidente di Confindustria Unic (Unione Nazionale Industria Conciaria) e presidente della Russo di Casandrino Spa: «È un momento non facile ma il nostro settore è sano. La stabilità è un valore economico, ma negli ultimi anni il governo si è interessato concretamente al nostro settore».

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