venerdì 25 novembre 2022
Al Consiglio straordinario dell'Energia annunciata un'intesa politica di massima su due dei tre punti del pacchetto: i permessi per le rinnovabili e gli acquisti comuni
L’accordo sul tetto al gas slitta ancora.
 Respinta la proposta della Commissione
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Su un punto la Commissione Europea è riuscita a mettere tutti d’accordo: la sua proposta di meccanismo di tetto ai prezzi del gas non è ricevibile. Ieri al consiglio straordinario sull’Energia – il quinto – non c’è stato l’accordo sul «price cap» e il documento dell’esecutivo Ue è stato impallinato per opposte ragioni. Documento presentato martedì che prevede che, affinché scatti il meccanismo, è necessario che il prezzo del gas sia ad almeno 275 euro per due settimane con un divario di almeno 58 euro dai prezzi globali del gas liquido per almeno 10 giorni lavorativi. Condizioni irrealizzabili, tanto che non sarebbe scattato neppure al momento di massima impennata dei prezzi, ad agosto. Ieri, per la cronaca, nel mercato olandese Ttf (che fissa i prezzi del gas in Europa), l’idrocarburo ha chiuso a 122,35 euro, in calo del 5,6%.

«Il meccanismo proposto dalla Commissione non avrà il nostro voto» ha detto il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. «Uno scherzo di cattivo gusto» ha tuonato la collega spagnola Teresa Ribera Rodriguez, parole analoghe anche dalla polacca Anna Moskwa, critiche pesanti pure da Belgio, Grecia, Malta. In mattinata, c’è stata una riunione a cinque di quelli che gli olandesi chiamano i «fanatici» del tetto ai prezzi: Italia, Belgio, Grecia, Polonia con la new entry Lituania. Anche la Spagna voleva partecipare, ma un ritardo dell’aereo ha impedito alla ministra di esserci. Complessivamente, sono 16 gli Stati che rivendicano il «price cap». Sul fronte opposto Olanda e Germania (affiancati da Svezia, Finlandia e Austria), da sempre contrari a un tetto al prezzo.

La proposta della Commissione, ha dichiarato il ministro olandese Rob Jetten, comporta «un grande rischio di danneggiare la sicurezza energetica degli approvvigionamenti e anche la stabilità dei mercati finanziari». Risultato: ennesima riunione straordinaria dei ministri dell’Energia il 13 dicembre, a due giorni dal Consiglio Europeo. «La Commissione Europea – dice la ministra francese Agnes Pannier-Runaacher - dovrà fare nuove proposte».

In realtà, raccontano che il clima non è negativo. Anzitutto i 27 ministri hanno annunciato un accordo politico di massima su due dei tre punti del pacchetto complessivo: quello sugli acquisti comuni e la solidarietà, e quello sulla semplificazione dei permessi per le rinnovabili. L’Italia e gli altri favorevoli al tetto hanno però preteso che il via libera definitivo, si spera il 13 dicembre, sia condizionato a un’intesa anche sul terzo punto, il tetto. «Troveremo un accordo – assicura, per la presidenza di turno Ue, il ministro dell’Industria ceco Jozef Sikel – non è ancora il momento di stappare lo champagne ma lo teniamo in frigo».

«Dal clima che c'era (al Consiglio ndr) posso dire di sì» risponde Pichetto Fratin ai cronisti che gli chiedono se un accordo è possibile. Questo «perché c'è tutta la volontà, da parte di tutti i Paesi, di raggiungere l'obiettivo di un accordo».Secondo la ministra spagnola si intravede un consenso sull’idea di un tetto dinamico, con riferimento al mercato del gas liquido.

«Per noi - ha dichiarato il sottosegretario tedesco all’Economia Sven Giegold - è importante che sia un tetto dinamico e non fisso, siamo aperti al negoziato», precisando comunque che «è fondamentale che le salvaguardie (anzitutto sulla sicurezza di approvvigionamento ndr) siano applicate ed evitiamo il razionamento di gas in Europa». Atrimenti – scenario che tutti vogliono evitare – la questione tornerà sul tavolo dei leader. © riproduzione riservata

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