martedì 2 dicembre 2008
Peggior calo mensile (-29,4%) dal 1993. Nei primi undici mesi -13%. Fiat in linea con il mercato italiano (-28,6%) ma aumenta la sua quota che sale al 31,8%. Marchionne: più che incentivi all’industria servono interventi  per aiutare i consumatori a spendere.
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L’auto in panne. Il «maltempo finanziario» sembra non lasciare scampo in tutto il mondo al comparto. E l’Italia non fa eccezione. Nel nostro Paese, a novembre, il mercato dell’auto è affondato: le vendite di autovetture sono crollate del 29,46%, a 138.352 unità, contro le 196.125 di un anno fa. Si tratta del maggior calo mensile dal 1993. Sono i numeri impietosi diffusi ieri dal ministero dei Trasporti. A ottobre il calo era stato del 18,89%. Quanto ai volumi nei primi undici mesi dell’anno – secondo i dati dell’Anfia, l’associazione nazionale della filiera dell’industria automobilistica – si sono immatricolate in Italia 2.018.587 unità, segnando una flessione del 13,40% rispetto alle 2.330.883 dello stesso periodo del 2007.«La pesante contrazione del mercato dell’auto a novembre riflette l’impatto che la crisi finanziaria mondiale ha sull’economia reale e si accompagna all’affiorare di preoccupanti segnali deflazionistici», rileva il Centro Studi Promotor, sottolineando che le misure fin qui adottate per affrontare l’emergenza economica sono insufficienti e occorrono provvedimenti immediati e coraggiosi di rilancio della domanda nei settori trainanti e tra questi, in primis, quello dell’auto. Azioni che stimola anche l’Unrae, l’associazione che raduna le case estere operanti in Italia. Dall’inchiesta congiunturale mensile di Promotor, emerge inoltre il clima di sfiducia degli operatori: il 77,8% dei concessionari prevede che, in mancanza di misure specifiche a sostegno della domanda, una ripresa arriverà prima del 2010.In mattinata l’ad di Fiat, Sergio Marchionne, a margine della visita del capo dello Stato Giorgio Napolitano al centro di ricerca del gruppo torinese Elasis a Pomigliano d’Arco, aveva anticipato i dati, parlando di un mercato che «non è buono». Ma in questo marasma Fiat riesce a «salvarsi» e raggiungere l’obiettivo prefissato: aumentare la sua quota di mercato rispetto allo stesso mese del 2007. A novembre la quota in Italia di Fiat Group Automobiles è salita al 31,28% rispetto al 30,90% di un anno fa. Anche se sulle immatricolazioni, è quasi in linea con il dato del settore a novembre: sono scese del 28,6% a oltre 43mila unità. Quanto al futuro, al 2009 in particolare, Marchionne continua «a vederlo molto debole se non ci saranno cambiamenti strutturali nell’economia che comincino a spronare la domanda». E precisa: «Non parlo dell’auto e non parlo di rottamazione, parlo proprio di interventi sul consumatore, per aiutare la gente a spendere».Se Fiat riesce a «tenere» la crisi, non è così per molte case automobilistiche, dall’America al Giappone. Il caso General Motors negli Stati Uniti è il più emblematico (-40%). In Giappone il mercato è sceso del 27,3% a novembre, il livello più basso dal 1969. Nissan ha sfiorato il -30%, Mazda è arrivata a -32,5% e Toyota ha chiuso a -27,7%. Numeri pesanti anche in Europa. In Spagna, dove il governo ha appena stanziato 800 milioni di euro di aiuti per l’industria automobilistica che rischia di perdere 50 mila posti di lavoro, le vendite sono crollate, del 50%, il peggiore risultato dal gennaio 1993.
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