lunedì 16 febbraio 2009
500mila euro ciascuno per pratiche commerciali scorrette: sono state aumentate le tariffe senza che gli utenti fossero adeguatamente informati. Le associazioni dei consumatori chiedono l'introduzione in Italia della "class action".
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L'Antitrust ha sanzionato Tim e Vodafone con una multa di 500 mila euro ciascuno per modifica unilaterale e sistematica dei piani tariffari senza fornire adeguate informative al consumatore. Lo annuncia Altroconsumo, che aveva denunciato l'agosto scorso all'Autorità i due operatori per pratiche commerciali scorrette sui rincari delle tariffe di telefonia mobile.Le motivazioni. La mancanza di informazione e trasparenza, riferisce Altroconsumo nella nota, "ha impedito agli utenti di conoscere le caratteristiche delle nuove tariffe, le modalità di attuare la portabilità del numero da un operatore all'altro e le modalità di rimborso del credito residuo". I rincari, calcolati dall'associazione dei consumatori, "sono stati per profili medi in un anno da 49 sino a 83 euro, con picchi d'aumento sulle singole telefonate di oltre il 100%".La vicenda risale all'agosto scorso, quando Vodafone decise una serie di ritocchi al proprio listino rezzi, mandando tra l'altro in soffitta 31 vecchi piani tariffari nati tra il 1998 e il 2003, e utilizzando come strumento "primario" di comunicazione un Sms. Negli stessi giorni anche Tim aveva inviato Sms a oltre 3 milioni di clienti per annunciare una serie di ritocchi tariffari. Le associazioni dei consumatori erano subito intervenute con una serie di esposti sia all'Antitrust che all'Autorità per le tlc.Il provvedimento dell'Antitrust non ha preso in esame il fondamento o la legittimità della variazione tariffaria, ma la pratica commerciale adottata per comunicarla alla clientela, giudicandola "scorretta". Sia per Tim che per Vodafone, l'Antitrust sottolinea che il contenuto dell'sms che annunciava l'aumento tariffario "si caratterizza per un contenuto ambiguo ed omissivo circa le informazioni relative alla natura dell'operazione in atto, tale da impedire al cliente interessato di assumere una conseguente decisione consapevole, con particolare riferimento alla possibilità di esercitare un diritto di recesso senza alcuna penale".L'sms di Tim, in particolare, con la parola 'rimodulazione' unita a quella 'gratis' "risulta idoneo a indurre in errore il consumatore". Per quanto riguarda invece Vodafone, l'Antitrust punta il dito contro la parola 'semplificazione', e anch'essa "risulta idonea a indurre in errore il consumatore". In entrambi i casi l'Antitrust parla anche di "condotta plurioffensiva" in seguito alla quale i consumatori "si sentono traditi", e con l'aggravante che "la sfiducia dei consumatori, quando è generalizzata, rallenta il processo di crescita dei mercati". L'introduzione della class action. L'intervento dell'Antitrust, commenta Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo, "dimostra la necessità urgente di introdurre la class action nel nostro Paese. L'istituto del risarcimento collettivo si adatterebbe perfettamente a casi come questi dove, per tali pratiche commerciali scorrette, la multa acquista un significato formale e non restituisce alle migliaia di utenti le cifre incassate automaticamente dai gestori, senza che i consumatori avessero alcuna possibilità di essere  informati e di scegliere. Ma la conversione del decreto milleproroghe al Senato ha confermato l'ulteriore rinvio a luglio della norma, e i disegni di legge pendenti sia alla Camera che al Senato sono ancora impantanati nelle commissioni competenti".
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