sabato 23 aprile 2016
Oltre 300mila occupati in più nel gennaio 2016 rispetto all’anno precedente (+1,4%). Il 50% di nuove assunzioni in più a tempo indeterminato in un anno. Nuovi tassi di occupazione, soprattutto per i giovani, generati da maggiori investimenti.
Jobs act un anno dopo: risultati e prospettive

ANSA

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Su 1.252.176 nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel 2015, 1.159.000 risultano aver goduto dell'esonero contributivo. L’aumento delle assunzioni stabili nei primi due mesi del 2015 è attribuibile al solo incentivo economico, mentre l’aumento verificatosi nei mesi successivi, relativo alle trasformazioni di rapporti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato, dove l’incentivo economico non si applicava, è legato principalmente alle novità normative.  Dal secondo trimestre 2016 in poi si può prevedere che l’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato verificatosi nel 2015 si consolidi e probabilmente che si verifichi qualche lieve aumento ulteriore come conseguenza delle novità legislative. Quanto all’età, pare che tutte le classi abbiano tratto vantaggio dall’aumento, tranne la classe 15-24, il cui tasso di occupazione rimane invariato. Se si guarda invece ai lavoratori subordinati ed autonomi, si è registrato un piccolo terremoto: il dato sui nuovi occupati (+300mila) è il risultato di quasi mezzo milione di lavoratori dipendenti in più, e di quasi 150mila autonomi in meno. Questo mutamento segna una tendenza del nostro tessuto produttivo ad allinearsi, per quest’ultimo aspetto, a quelli dei principali Paesi occidentali, dove si registra una percentuale di lavoratori autonomi inferiore rispetto alla nostra. "La riforma del Jobs act - spiega Stefania Radoccia, partner studio legale e tributario  Ey - ha operato su più fronti permettendo una maggiore flessibilità alle imprese nella gestione del rapporto di lavoro, non solo in fase di costituzione ma anche sul piano funzionale e, infine, su quello in uscita. I dati sono positivi: la riforma ha generato un incremento dei posti di lavoro e si registrano, nel gennaio 2016, oltre 300 mila occupati in più rispetto all’anno precedente. Nonostante il Jobs act, però, il dato sulla disoccupazione giovanile resta invariato, principalmente a causa della mancanza di un servizio di orientamento scolastico e professionale al passo con i nuovi tempi, e di un sistema autoreferenziale. Questo si potrà superare solo facendo in modo che le scuole forniscano ai giovani un livello minimo di qualifiche e competenze prima dell’ingresso nel mondo del lavoro. Sempre in favore dell’occupazione giovanile, occorre rafforzare le azioni e le competenze dei servizi per il lavoro e degli altri intermediari per migliorare la loro capacità di soddisfare le esigenze della domanda. Si dovrebbe, inoltre, introdurre un sistema di incentivi finalizzati a favorire percorsi di sviluppo imprenditoriale e aziendale, focalizzati sull’innovazione tecnologica e sulle peculiarità territoriali e settoriali".
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