martedì 29 maggio 2018
Studiare ripaga in ogni caso lo sforzo – anche economico – sostenuto per ottenere il titolo di dottore. Al Nord i laureati più ricchi, in particolare chi proviene da Università private
La laurea resta un buon investimento
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La laurea è sempre un buon investimento. In alcuni casi addirittura ottimo. Lo certifica, per l’ennesima, volta lo University Report Job Pricing 2018, realizzato dall’Osservatorio Job Pricing e da Spring Professional. Il rapporto analizza le prospettive di carriera offerte dagli Atenei italiani, focalizzandosi sulle retribuzioni dei laureati. Quel che emerge è che studiare ripaga in ogni caso lo sforzo – anche economico – sostenuto per ottenere il titolo di dottore. Il reddito annuo lordo medio di un laureato, infatti, supera ampiamente quello di chi si è accontentato del diploma.

Lo University Report Job Pricing 2018 non dà adito a dubbi: la laurea rende la busta paga più pesante. Sul piano del reddito lordo annuo medio i laureati superano di 11.900 euro i diplomati (39.730 euro contro 27.849). Gli ultimi dati dell’Ocse, tuttavia, dicono che per quanto riguarda il tasso di occupazione nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni i diplomati se la passano meglio dei laureati (68% di occupati contro 64%), ma i dottori sono senza dubbio più ricchi.

Proseguire gli studi resta, quindi, un investimento oculato. Che, come raccontano i dati dello University Report Job Pricing 2018, è tanto più vantaggioso quanto più è economicamente rilevante. I laureati che guadagnano di più, infatti, sono quelli degli Atenei privati. Nei primi dieci anni di carriera i laureati che guadagnano di più sono quelli della Bocconi, che mediamente percepiscono 35.500 euro lordi annui. I dati dello University Report JobPricing 2018 mostrano che al secondo posto di questa speciale classifica ci sono quelli del Politecnico di Milano (32.905 euro) e al terzo quelli della Luiss (32.870 euro). La media nazionale è, invece, di 30.480 euro lordi annui. I laureati più poveri sono quelli dell’Università di Messina, che si fermano a un reddito lordo annuo di 29mila euro.

Lo University Report Job Pricing 2018 mostra che si si guarda alle retribuzioni annue lorde medie nella fase “matura” della carriera (quella dopo i 45 anni), a guadagnare di più sono sempre i laureati degli Atenei del Nord e delle Università private. In vetta si confermano gli ex studenti della Bocconi (63.861 euro), seguiti da quelli della Cattolica (61.040 euro) e da quelli della Luiss (58.892 euro). In tutti e tre i casi lo University Report Job Pricing 2018 mostra una crescita della retribuzione notevole dall’ingresso nel mondo del lavoro. L’aumento per i laureati della Luiss è del 79%, per quelli della Bocconi dell’80% e per quelli della Cattolica addirittura dell’87%.

Stando ai dati dello University Report JobPricing 2018, chi ha studiato in una Università privata nella fase di maturità della carriera mediamente ha un reddito annuo lordo di 45.553 euro. Questo significa che guadagna circa 6.500 euro all’anno in più rispetto alla media di quanti ne percepiscono i laureati delle università pubbliche (39.026 euro).

Oltre alle Università private, per frequentare le quali i costi sono più o meno il triplo rispetto a quelli degli Atenei statali, garantiscono ottime retribuzioni anche i Politecnici, i cui laureati si attestano a 42.935 euro lordi annui. In generale, le lauree che portano i migliori guadagni e la più significativa crescita delle retribuzioni nel corso della carriera sono quelle scientifiche. Nella fascia d’età tra i 25 e i 34 anni la laurea che dà il reddito annuo lordo maggiore è Scienze biologiche, con 35.410 euro. Quelle che danno i guadagni più magri, invece, sono quelle dell’area delle Scienze pedagogiche e psicologiche (25.242 euro).

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