mercoledì 18 settembre 2019
L'Agenzia delle Entrate chiede anche il pagamento retroattivo su 3,8 milioni di permessi di guida conseguiti dal 2014. Unasca e Confarca: «Pronti a scendere in piazza»
Iva al 22%, serrata delle autoscuole: ora patenti più care
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«Se non avremo una risposta immediata dal Governo, siamo pronti a scendere in piazza con i nostri allievi». È il messaggio che ha concluso oggi la serrata nazionale delle autoscuole contro l'introduzione dell'Iva al 22% sulle patenti e il recupero retroattivo dell'imposta sugli ultimi cinque anni decisi dall'Agenzia delle Entrate il 2 settembre scorso. Duemila titolari di autoscuole da tutta Italia si sono radunati davanti al centro congressi dell'hotel Mantegna di Roma per sostenere una «battaglia che sarà lunga e che necessariamente deve arrivare sino a Bruxelles», hanno ribadito Emilio Patella, Segretario nazionale delle Autoscuole Unasca, e Paolo Colangelo, presidente di Confarca. La chiusura di oggi delle autoscuole ha fatto saltare il 50% degli esami di guida previsti.

Le 3.500 autoscuole aderenti a Unasca e Confarca protestano contro la risoluzione dell'Agenzia delle Entrate, che, recependo la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 14 marzo 2019, ha introdotto un nuovo regime fiscale per l'insegnamento delle autoscuole. «Il cambio di regime fiscale sulle attività formative (l'esenzione Iva per le patenti era in vigore dal 1972) è stato deciso con la risoluzione in attuazione della sentenza europea che nega che l'insegnamento delle autoscuole abbia gli stessi requisiti di scuole o università e che, perciò, debba essere sottoposto all'imponibilità Iva, chiedendo però un'integrazione delle dichiarazioni dei redditi sulle ultime cinque annualità fiscali aperte», spiegano. Proprio il recupero retroattivo dell'aliquota Iva sugli ex allievi "che hanno ottenuto la patente secondo i listini degli anni scorsi quando vigeva per legge l'esenzione" è, per Unasca e Confarca, "difficile, se non impossibile". Secondo l'Agenzia delle Entrate il provvedimento riguarda tutte le annualità fiscali aperte: in concreto, si tratta di 3,8 milioni di patenti conseguite dal 2014 e dal 2018. Non potendo imporre le tasse ai propri ex allievi, le autoscuole dovranno quindi provvedere di tasca propria.

A preoccupare le due associazioni sono anche le "conseguenze sulla sicurezza stradale con il calo drastico delle ore di guida degli allievi nel rapporto tra budget previsto e aumento delle tariffe delle autoscuole". Sono infatti In arrivo forti rincari per il conseguimento della patente di guida, che arriverà a costare quasi 1000 euro con i costi delle lezioni di teoria e pratica
che aumenteranno del 22%.

«Mentre arrivano le conferme che i primi accertamenti fiscali sono già iniziati - dichiara Emilio Patella, segretario nazionale delle autoscuole Unasca - le nostre attività si interrogano su come far fronte alla minaccia del recupero di cinque anni di Iva mai incassata. La stima, al ribasso, è di circa 110 mila euro per ciascuna delle 7 mila autoscuole attive in Italia. Significa per molti vendere la casa. Voglio sperare che la politica sia in grado di evitare questa macelleria sociale». «Con la retroattività saranno coinvolti quasi quattro milioni di conducenti che già hanno conseguito le patenti - gli fa eco Paolo Colangelo, presidente della Confarca -. Cittadini che potrebbero vedersi richiedere all'improvviso l'Iva per il conseguimento del documento di guida. Tutto ciò è assurdo e surreale».

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