sabato 30 aprile 2016
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Non ci siamo, almeno guardando l’andamento dei prezzi. E non è buona consolazione che, se le cifre italiane non spingono all’ottimismo, altrettanto accada in Europa. Frenano ancora nel nostro Paese i prezzi al consumo ad aprile, segnando una variazione nulla sul mese e un calo dello 0,4% sui dodici mesi, contro il -0,2% annuo di marzo. I dati preliminari Istat lo evidenziano così come evidenziano che l’inflazione per il 2016, come a marzo, è pari a 0,4%. La maggiore flessione annua dell’indice generale è da attribuirsi al crescere del calo dei prezzi dell’energia (-4,7%, da 2,7% del mese precedente), alla quale contribuiscono sia il gas naturale (-6,7%, da -5,7% a marzo) sia l’energia elettrica, che segna un’inversione di tendenza (-1,9%, da +1,5% del mese precedente). Se si escludessero gli energetici l’inflazione resterebbe in territorio positivo (+0,3%, era +0,4% il mese precedente), così come al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, scende a +0,5% (da +0,6% di marzo). Rispetto ad aprile 2015, i prezzi dei beni registrano una flessione stabile a -1,0%, mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi rallenta (+0,4%, da +0,7% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto a marzo 2016, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce di tre decimi di punto percentuale. Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,3% su base mensile mentre diminuisce dello 0,3% su base annua (era -0,2%). Il rialzo mensile è dovuto al rientro definitivo dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature. Insomma l’Italia rimane in deflazione, con il -0,4% di aprile che rappresenta il peggiore da inizio anno. E la deflazione affligge anche l’Eurozona nel mese che si chiude oggi. Secondo l’Eurostat nella Ue a 19 il tasso d’inflazione è pari al -0,2%, in calo rispetto a marzo quando l’inflazione era stata nulla. Le dinamiche che hanno portato a questi dati segnano una crescita dei prezzi dei beni dello 0,1% (ma a marzo era stata dell’1,4%), e anche l’Europa è condizionata dall’andamento degli energetici con un -8,6% dal -8,7% del mese precedente. E il Pil dell’eurozona è cresciuto dello 0,6% nel primo trimestre del 2016 rispetto ai tre mesi precedenti, quanto era aumentato dello 0,3%. Su base annua il Pil dell’area euro mostra una crescita dell’1,6%, lo stesso ritmo di crescita degli ultimi tre mesi del 2015 Un quadro che è in sintonia con quanto accaduto oltre Oceano, con la brusca decelerazione per la crescita degli Stati Uniti nei primi tre mesi dell’anno, sulla scia di un forte rallentamento dei consumi e di un apprezzamento del cambio che deprime le esportazioni. Però, dopo il peggior risultato degli ultimi due anni, i segnali confortanti che giungono dal mercato del lavoro, secondo gli analisti, sembrano indicare una ripresa nei prossimi mesi. La stima sul prodotto interno lordo segnala da gennaio a marzo una crescita dello 0,5%, il più basso dal primo trimestre 2014. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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