lunedì 22 dicembre 2014
​Rapporto Istat sulle aziende in cui è presente il pubblico: sono 11mila, 2mila senza dipendenti. Il governo vorrebbe chiudere quelle che non producono utili né posti di lavoro.
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Nel 2012, in Italia, erano 11.024 le partecipate pubbliche, per un totale di 977.792 addetti. Lo dice l'Istat che ha elaborato un report sulle società pubbliche in Italia. Società di cui si parla molto in questo periodo, anche perché il governo vorrebbe tagliarne un po': quelle che producono passivo ma foraggiano clientele politiche o di altro tipo senza generare veri posti di lavoro. Guardando i dati. tra le partecipate pubbliche le imprese attive sono solo 7.685, il 69,7% del totale. Quelle non attive sono 1.454, 994 quelle fuori dal campo di osservazione del registro "Asia imprese"; 891 le unità residuali che impiegano 9.963 addetti. Sono 1.896 le partecipate pubbliche con zero addetti, tra le 7.685 imprese attive. Il 25,6% delle unità analizzate nel rapporto dell'Istat è partecipato al 100% da soggetti pubblici, il 29,1% rientra in una forchetta compresa tra il 50% e il 99,9%, mentre il 27,1% risulta partecipato per una quota inferiore al 20%. La dimensione media delle imprese partecipate è di 124 addetti per impresa. Nella nota metodologica l'Istat spiega come la sua stima si sia avvalsa dell'utilizzo "integrato" delle basi di dati provenienti dalle "dichiarazioni sulla struttura delle partecipazioni rilevanti rese alla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob)"; dalle "dichiarazioni degli elenchi dei soci delle società di capitale iscritti al Registro delle imprese, gestito dalle Camere di Commercio"; dalle "informazioni desumibili dai bilanci civilistici e consolidati delle società di capitale. E ancora, dalle "dichiarazioni dell'elenco dei consorzi e delle società a totale o parziale partecipazione da parte delle Amministrazioni Pubbliche registrate nella banca dati Consoc del Dipartimento della Funzione Pubblica"; nonché dalle "dichiarazioni relative alle partecipazioni detenute dalle amministrazioni pubbliche al Dipartimento del Tesoro (Mef)"; e, infine, dalle "dichiarazioni relative alle partecipazioni detenute da regioni, province e comuni alla Corte dei Conti".
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