mercoledì 12 dicembre 2018
In cinque anni +1,1 milioni di occupati, ma 941mila sono a termine. Aumenta nel contempo il tasso di inattività delle persone con 15-64 anni. L'83,8% cerca lavoro tramite amici. Boom dell'agricoltura
Giù i posti fissi (-98mila): è la prima volta dal 2015
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L'Istat segnala un calo - congiunturale e tendenziale - del tasso di disoccupazione, un andamento che si associa a un aumento del tasso di inattività delle persone con 15-64 anni. A ottobre invece la crescita del tasso di disoccupazione è contestuale al calo di quello di inattività. Su base annua per il sesto trimestre consecutivo prosegue a ritmi più sostenuti la diminuzione dei disoccupati (-332 mila in un anno, -12,1%) che interessa entrambi i generi, le diverse aree territoriali e tutte le classi di età. Dopo dieci trimestri di calo ininterrotto, tornano a crescere gli inattivi di 15-64 anni (+79 mila, 0,6%) a seguito dell'aumento tra i giovani. Nei dati di flusso diminuiscono le permanenze nell'occupazione, soprattutto per i giovani di 15-34 anni e gli stranieri. Dalla disoccupazione aumentano principalmente le transizioni verso l'inattività, che più spesso coinvolgono i giovani di 15-24 anni e le donne.

In cinque anni +1,1 milioni di occupati
Negli ultimi cinque anni (rispetto quindi al terzo trimestre del 2013) gli occupati sono cresciuti di 1,1 milioni di unità, grazie soprattutto al lavoro dipendente (+1.279.000) mentre gli indipendenti sono diminuiti di 168.000 unità. È cresciuto soprattutto il lavoro a termine (+941.000) mentre i lavoratori a tempo indeterminato sono cresciuti dal 2013 di 338.000 unità. I lavoratori totali al terzo trimestre 2018 erano 23.255.000. Tra questi i dipendenti erano 17.923.000 (-0,1% sul trimestre precedente) e gli indipendenti 5.332.000 (-0,5%). Tra i dipendenti, quelli a tempo indeterminato sono diminuiti, su base congiunturale, di 98.000 unità mentre quelli a termine sono cresciuti di 74.000 unità toccando il record di
3.112.000 persone.

L'83,8% cerca lavoro tramite gli amici
Gli italiani continuano a cercare lavoro tramite il canale "informale", ovvero rivolgendosi a parenti e amici. Lo si legge nella Nota flash Istat sul mercato del lavoro dalla quale emerge un calo della percentuale di
coloro che si rivolgono invece ai centri per l'impiego. «Nella ricerca di lavoro - si legge - continua a prevalere l'uso del canale informale: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa (83,8%, +1,9 punti); seguono l'invio di curriculum (65,5%, +0,7 punti) e la ricerca tramite internet (57,7%, +2,0 punti). In diminuzione è sia la quota di disoccupati che ha contattato il Centro pubblico per l'impiego (21,1%, -1,6 punti) sia quella di quanti si sono rivolti alle agenzie di somministrazione (11,6%, -2,9 punti)».

Coldiretti: l'agricoltura batte l'industria e i servizi
È l'agricoltura con un balzo del 4,2% nelle ore lavorate a far registrare la maggiore crescita tendenziale tra tutti i settori produttivi, a fronte dell'industria che aumenta dello 2,6% e dei servizi di appena lo 0,7%. È quanto emerge da un'analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sul mercato del lavoro nel terzo trimestre 2018. Si tratta della conferma della dinamicità del settore, sottolinea la Coldiretti, che è stato capace anche di attrarre moltissimi giovani per fare un'esperienza di lavoro come
dipendenti ed esprimere creatività imprenditoriale. È in atto un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale con il mestiere della terra che attrae nuove generazioni, afferma la Coldiretti, nel ricordare che sono quasi 34mila i giovani che hanno già presentato in Italia entro settembre domanda per l'insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) e ai quali le amministrazioni regionali devono dare ora responsabilmente una riposta.

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