giovedì 10 agosto 2017
La quota dei posti vacanti tocca lo 0,9% nel secondo trimestre, il massimo dal 2010
Le imprese tornano a cercare personale
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Le imprese tornano a cercare personale, con la quota di posti di lavoro vacanti, per cui le aziende sono a "caccia" di candidati, che tocca lo 0,9% nel secondo trimestre, il massimo da quando è iniziata la serie,
ovvero dal 2010. È quanto emerge dalla stima preliminare dell'Istat, che, rispetto ai primi tre mesi dell'anno, segna un incremento di 0,1 punti (dati destagionalizzati). La platea di riferimento comprende i settori dell'industria e dei servizi con almeno dieci dipendenti.

Nel dettaglio, spiega l'Istat, il tasso cresce di 0,1 punti percentuali nei servizi, raggiungendo l'1,0%, mentre rimane stabile allo 0,7% nell'industria. Si tratta di un indice "spia", che dà il senso di dove si sta andando. E se le imprese sono interessate a nuovo personale significa che l'economia tira, anche se, in alcuni casi, un valore alto può indicare lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro: le imprese cercano personale che non trovano sul mercato del lavoro, perché magari le competenze richieste sono differenti da quelle disponibili. Però, in linea di massima, quando il tasso dei posti vacanti si alza vuol dire che si sta innescando una ripresa e viceversa. Non a caso il minimo storico è stato toccato nei periodi più bui per il mercato del lavoro.

«I posti vacanti misurano le ricerche di personale che alla data di riferimento (l'ultimo giorno del trimestre) sono già iniziate e non ancora concluse - precisa l'Istituto di statistica -. Sono, infatti, quei posti di lavoro retribuiti che siano nuovi o già esistenti, purché liberi o in procinto di diventarlo, per i quali il datore di lavoro cerchi attivamente un candidato adatto al di fuori dell'impresa interessata e sia disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo». Ecco che, aggiunge, 1il tasso di posti vacanti può fornire, usato assieme ad altri indicatori, informazioni utili a interpretare la congiuntura. I posti vacanti, infatti, possono dare segnali anticipatori sull'andamento del numero di posizioni lavorative occupate nel prossimo futuro".

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