venerdì 23 marzo 2018
Tra le aziende con almeno dieci addetti, la maggiore propensione alla digitalizzazione è accompagnata a una maggiore creazione di posti di lavoro
Imprese "indifferenti" alla trasformazione digitale
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Il 63% delle imprese italiane ha una propensione "indifferente" nei confronti della trasformazione digitale. Lo rileva Istat, nel rapporto sulla competitività dei settori produttivi. L'analisi dell'istituto di statistica individua altri quattro profili di propensione, ovvero: "sensibili vincolate" (media digitalizzazione, basso capitale, 22%), "digitali incompiute" (alta digitalizzazione, basso capitale, 2,3%), "sensibili" (media digitalizzazione, medio-alto capitale, 9,7%), "digitali compiute" (alta digitalizzazione, alto capitale, 3%). Nel dettaglio, le "sensibili", ovvero quelle che ritengono l'Itc importante per la propria competitività nel biennio 2017-18, appaiono come la platea di riferimento per un rapido stimolo alla digitalizzazione (e alla produttività). Questo processo potrebbe essere invece frenato da livelli di capitale fisico e umano non adeguati, come nel caso delle "sensibili vincolate". Più difficile appare un recupero alla digitalizzazione delle "indifferenti".

Tra le imprese con almeno dieci addetti, rileva ancora Istat, la maggiore propensione alla digitalizzazione è accompagnata a una maggiore creazione di posti di lavoro: nelle "digitali compiute" e "digitali incompiute", una impresa su due ha aumentato le posizioni lavorative di almeno il 3,5%, un valore superiore alla media complessiva e oltre cinque volte superiore a quello delle "indifferenti" (0,6%). Le "indifferenti" e le "sensibili vincolate", che insieme spiegano circa la metà del saldo totale di assunzioni e cessazioni nel 2016-2017 (+183.200 addetti su +291.400) hanno ricomposto la forza lavoro a favore delle fasce meno qualificate: rispettivamente -36.900 e -75.400 addetti nella fascia a elevata qualifica, +68.300 e +54.300 addetti in quella a media, +55.700 e +117.200 addetti nelle fasce a bassa qualifica.

L'investimento in Ict è un fattore di "divergenza": rafforza la dinamica occupazionale delle imprese a performance migliore senza avere effetti sostanziali su quella delle unità meno dinamiche. Al contrario, l'innovazione "forte" (+3,5% per una impresa su due dei servizi, +1,5% nella manifattura), la maggiore dotazione di capitale umano (+3,2%, +4,9% nel manifatturiero) e la produttività (almeno +1,7% di posti di lavoro per una impresa su due) hanno effetti positivi e tendono a far convergere verso l'alto la performance di tutto il sistema.

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