venerdì 25 marzo 2022
La guerra in Ucraina e le ripercussioni economiche provocano un'inversione di tendenza. Scenario positivo solo per costruzioni e turismo
L'inflazione alta mette in allarme i consumatori che tagliano gli acqusti

L'inflazione alta mette in allarme i consumatori che tagliano gli acqusti - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Consumatori e imprese meno fiduciosi sulle prospettive economiche dell’immediato futuro. Da un lato la situazione geo-politica con lo guerra in Ucraina, dall’altro le forti ripercussioni sui costi delle materie prime e dei beni energetici e la conseguente spirale inflazionistica, spingono gli italiani alla prudenza. L'indice di fiducia dei consumatori a marzo scende marcatamente raggiungendo il valore più basso da gennaio 2021. Si passa dal 112,4 di febbraio a 100,8 di marzo.

«Il ridimensionamento così accentuato dell'indice è essenzialmente dovuto al forte deterioramento delle aspettative sia sulla situazione economica del paese sia su quella personale nonché ad un aumento delle attese sulla disoccupazione – sottolinea l’Istat – In deciso peggioramento risultano anche i giudizi sull'opportunità all'acquisto di beni durevoli».A far scendere la fiducia oltre alle preoccupazioni per la guerra in Ucraina, secondo Coldiretti, sono anche gli aumenti dei prezzi al consumo nel carrello di prodotti alimentari e bevande, con il record fatto segnare dall'olio di semi, che aumenta del 19%, davanti alla verdura fresca che cresce del 17% e la pasta che costa il 12% in più. L’indicatore infatti risente degli ultimi dati relativi all'inflazione che per il cibo sale in media del 4,6%.

Per quanto riguarda le imprese l'indice di fiducia torna a diminuire dopo il recupero registrato lo scorso mese. Tutti i comparti indagati registrano una diminuzione ad eccezione di quello delle costruzioni, per effetto dei bonus edilizia, e del turismo in vista della prima estate senza resrrizioni dall’inizio della pandemia. Peggiorano manifatturiero (da 112,9 a 110,3), servizi di mercato (da 100,4 a 99,0) e nel commercio al dettaglio (da 104,5 a 99,9). Forte preoccupazione arriva da Confcommercio e Confersercenti che temono un balzo indietro dei consumi, con le famiglie preoccupati e decise a limitare gli acquisti di beni durevoli e di servizi non essenziali. Situazione analoga anche in Germania. L'indice Ifo sulla fiducia delleimprese tedesche è sceso a marzo a 90,8, dal 98,5 di febbraio, risultato è inferiore alle attese. In forte calo anche l'indice sulle aspettative ai minimi da maggio 2020. «Il sentimento nell'economia tedesca è collassato – ha dichiarato il presidente dell'Ifo Clemens Fuest – Le aziende in Germania si attendono tempi difficili».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: