giovedì 12 settembre 2019
Nel Nord si registra un aumento del +0,7%, nel Centro del +0,1%. Per il terzo trimestre consecutivo, invece, calano nel Mezzogiorno (-0,3%)
Crescono gli occupati nel secondo trimestre: +130mila
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Nel secondo trimestre 2019 si registra un aumento dell'occupazione rispetto al trimestre precedente (+0,6%), in un contesto di calo della disoccupazione e dell'inattività. Lo rileva l'Istat. Nello stesso periodo, per le ore lavorate si osserva una lieve diminuzione su base congiunturale (-0,1%) e un rallentamento della crescita in termini tendenziali (+0,4%). Queste dinamiche del mercato del lavoro si inseriscono in una fase di sostanziale ristagno dell'attività economica confermata, nell'ultimo trimestre, da una variazione congiunturale nulla del Pil.

Nel secondo trimestre del 2019 il numero di persone occupate cresce in termini congiunturali (+130mila), a seguito dell'aumento dei dipendenti, sia permanenti sia a termine, e con minore intensità degli indipendenti. Il tasso di occupazione sale al 59,1% (+0,3 punti). Nei dati mensili più recenti (luglio 2019), al netto della stagionalità, il tasso di occupazione e il numero di occupati mostrano un lieve calo rispetto al mese precedente. Nell'andamento tendenziale prosegue a ritmi meno sostenuti la crescita del numero di occupati (+0,3%, +78mila in un anno), dovuta ai dipendenti permanenti a fronte del calo di quelli a termine e degli indipendenti; l'incidenza dei dipendenti a termine sul totale dei dipendenti scende al 17,2% (-0,2 punti in un anno). Dopo il rallentamento nell'ultimo periodo, si arresta la crescita degli occupati a tempo pieno mentre prosegue l'aumento del tempo parziale; l'incidenza del part time involontario è stimata al 64,8% dei lavoratori a tempo parziale (+1,2 punti). Alla crescita dell'occupazione soprattutto nel Nord e più lievemente nel Centro (+0,7% e +0,1%, rispettivamente) si contrappone, per il terzo trimestre consecutivo, il calo nel Mezzogiorno (-0,3%).

Sono proprio del Sud Italia quattro delle cinque regioni europee con il più basso tasso di occupazione per i neolaureati. Sicilia (27,3%), Basilicata (31,6%), Calabria (31,6%) e Puglia (36,9%), insieme alla Grecia centrale (32,8%), chiudono la classifica delle oltre 269 regioni Ue per cui sono disponibili i dati 2018. Lo rivela il Regional yearbook 2019 di Eurostat, pubblicazione annuale che raccoglie tutti i dati statistici riguardanti i territori dell'Unione Europea. In 155 delle regioni monitorate il tasso di occupazione dei neolaureati ha già raggiunto l'obiettivo europeo per il 2020 dell'82%, fino a punte che superano il 90% in 60 di queste. In Italia, invece, pur essendo cresciuta di oltre 10 punti percentuali negli ultimi cinque anni (nel 2014 era 44,8%), la media è appena del 56,4% e resta ben lontana dalla media Ue dell'80,6%.

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