giovedì 6 dicembre 2012
​Un’opportunità di accrescimento delle proprie competenze, favoriscono il senso di iniziativa e l’imprenditorialità, così come la capacità di comunicare in contesti e ambienti diversi.
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Dal 2007 al 2012 sono stati 33.200 i giovani italiani che hanno svolto un tirocinio formativo all’estero grazie al Programma europeo Leonardo da Vinci e in particolare nell’ambito dell’azione Mobilità transnazionale. Lo rivela l’Isfol, che su incarico dei ministeri del Lavoro e dell' Istruzione, Università e Ricerca svolge il ruolo di Agenzia nazionale per il Programma Leonardo.Grande rilievo al tema della mobilità transnazionale è stato dato nel programma comune di lavoro tra Italia e Germania per l’occupazione dei giovani, sugellato in occasione della Conferenza di lancio che si è tenuta a Napoli il 12-13 novembre scorsi e che vedrà a breve un nuovo momento di incontro tra i due paesi. L’intesa riguarda in particolare il sistema di formazione duale tedesco e l’apprendistato e riconosce nelle azioni di mobilità transnazionale finalizzate alla formazione e al lavoro un utile strumento per l’occupabilità dei giovani. I tirocini finanziati nell’ambito del Programma Leonardo da Vinci si inseriscono pienamente in questo processo.I progetti destinati ai giovani finanziati nel quinquennio sono stati 487, di cui 217 dedicati ad allievi inseriti nei percorsi di istruzione e formazione professionale iniziale e 270 destinati a persone disponibili sul mercato del lavoro  (nella maggior parte dei casi, giovani inoccupati, disoccupati o neolaureati in cerca di prima occupazione). Il finanziamento comunitario totale è pari ad oltre 90 milioni di euro. In media ogni progetto prevede il coinvolgimento di 68 partecipanti e un contributo comunitario di circa 180 mila euro, vale a dire 2.600 euro pro-capite. In questi anni i progetti di mobilità transnazionale sono stati principalmente gestititi da Istituti scolastici (29%), Organismi di Formazione (21%), Amministrazioni pubbliche (17%), Organizzazione e Associazioni non profit e volontariato (15%), Università e Consorzi (8%), Imprese e parti sociali (10%).Il periodo di permanenza all’estero varia dalle 3 e le 5 settimane per i ragazzi in formazione professionale iniziale e dalle 10 e le14 settimane per le persone disponibili sul mercato del lavoro. Le destinazioni privilegiate sono tradizionalmente Regno Unito, Spagna, Francia, Germania, Irlanda, Austria e Malta. Risulta in progressiva crescita l’attrazione verso nuovi Paesi quali Polonia, Lituania, Ungheria Bulgaria, Slovacchia e Repubblica Ceca, mentre i Paesi del Nord Europa continuano ad essere meta di un numero ridotto di partecipanti sia per la distanza che per i costi. Dal punto di vista dei risultati, i tirocini all’estero rappresentano un’opportunità di accrescimento delle proprie competenze, favoriscono il senso di iniziativa e l’imprenditorialità, così come la capacità di comunicare in contesti e ambienti diversi. Inoltre, sono anche un’occasione di inserimento nel mercato del lavoro. Non sono rari, infatti, i casi in cui i partecipanti ricevono, al termine del loro tirocinio, delle offerte di lavoro dalle aziende straniere ospitanti. Numerosi sono i partecipanti che dichiarano di aver trovato lavoro, al rientro in Italia, anche grazie alle conoscenze e competenze linguistiche e professionali acquisite nel corso dell’esperienza di mobilità transnazionale. Nel corso del 2010 l’Isfol ha realizzato un’indagine volta a rilevare, in termini di percezione da parte dei partecipanti ai tirocini, l’impatto sulla loro vita personale e professionale. Il 70% sostiene che l’esperienza di mobilità ha influito positivamente sulle scelte di carriera professionale. Il 36% dichiara che il tirocinio ha rinforzato le scelte finora fatte in ambito di istruzione e formazione, sollecitando a proseguire e/o approfondire la formazione nel settore d’interesse. Il 6% ascrive all’esperienza di mobilità l’ottenimento di un avanzamento di carriera. Un quarto degli intervistati ha trovato un lavoro adeguato al proprio profilo professionale, nella maggior parte dei casi all’estero, stabilendo anche una proficua rete di contatti.Complessivamente, rispetto all’attuale condizione professionale emerge che a circa due anni dalla conclusione dell’esperienza di mobilità quasi la metà del campione è occupata, con una prevalenza di contratti full time (79%). Di questi il 67% dei casi ha un  rapporto di lavoro dipendente e il 10% ha un lavoro autonomo da libero professionista.Leonardo da Vinci fa parte del più ampio Programma europeo per l’Apprendimento permanente 2007-2013, che riunisce tutti i dispositivi a sostegno dell’istruzione (secondaria, superiore e degli adulti) e della formazione professionale(iniziale e continua).Relativamente alla mobilità da e verso la Germania - con cui l’Italia ha appena avviato una specifica collaborazione - nell’ultimo quinquennio circa 2.600 giovani italiani si sono recati in quel paese per un’esperienza di tirocinio grazie a Leonardo. Nello stesso arco temporale circa 3.200 giovani tedeschi, sempre tramite contributo finanziario del Programma, hanno svolto un’esperienza di mobilità in Italia.
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